ROMA. Sessantacinque anni fa i russi liberarono il campo di concentramento di Auschwitz Birkenau. Era il 27 gennaio,data che è diventata la Giornata della Memoria.
Tante sono le manifestazioni organizzate in occasione della settimana della Shoah, per ricordare le vittime dellOlocausto. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante la celebrazione che si è tenuta nel Salone dei Corazzieri al Quirinale, ha affermato: La Shoah è una tragica esperienza, ancora carica di insegnamenti e di valori per le nuove generazioni. Sentire le parole dei ragazzi che studiano le persecuzioni naziste, le sofferenze e la resistenza degli ebrei deportati nei campi di concentramento e l’epilogo tragico dello sterminio, è motivo di conforto per tutti noi. Non chiediamo di meglio che trasmettere loro il testimone, a nome dello Stato.
Alla celebrazione erano presenti il presidente della Camera Gianfranco Fini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il sottosegretario al ministero dell’Istruzione Giuseppe Pizza, il presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna ed Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace. Proprio a questultimo si è rivolto il Capo dello Stato dicendo: La voce più alta che potessimo aspirare ad avere con noi in questa giornata: noi ammiriamo il suo impegno incessante a trasmettere la memoria, a testimoniare e a lottare per la causa della libertà e dei diritti umani, della mutua comprensione e della pacifica convivenza tra i popoli.
Elie Wiesel ha partecipato anche alla commemorazione della Shoah che si è tenuta a Montecitorio oltre a Fini, e a Napolitano era presente anche il premier Silvio Berlusconi che, nel suo intervento, ha sottolineato che le istituzioni hanno il compito di rendere omaggio alle vittime e di proteggere le future generazioni da deliranti ideologie ispirate dall’odio razziale. Il presidente della Camera ha esortato a guardare con viva
preoccupazione all’indifferenza che ancora in questi giorni circonda il rinnovarsi di fenomeni antisemiti, razzisti, xenofobi, e anche, sembra incredibile ma è vero, il rinnovarsi di minacce di sterminio. Rendere testimonianza dello sterminio del popolo ebraico ha aggiunto Fini – non è solo il doveroso ricordo di milioni di nomi e di storie ma anche un presidio morale e civile, affinché mai più accada che l’aberrante logica di un potere totalitario si abbatta sugli inermi, sugli innocenti, su interi popoli contro i quali decretare le discriminazioni più odiose per motivi di razza, di religione, di genere, di condizione sociale, in una folle progressione criminosa capace di raggiungere il genocidio.
Il premio Nobel per la Pace Wiesel ha poi affermato: Non dobbiamo consentire che il nostro passato diventi il futuro dei nostri figli. I testimoni hanno parlato, ma il mondo si è rifiutato di ascoltare, altrimenti non si spiegherebbero i genocidi che sono avvenuti nel dopoguerra. Se Auschwitz non ha guarito il mondo dall’antisemitismo, cosa potrà guarirlo?. Il razzismo ha spiegato – è stupido, e l’antisemitismo un’infamia. Per i morti ormai è troppo tardi, ma non lo è per vivi e la memoria è per loro e ricordare è l’unica cosa che ci può aiutare a vivere con dignità, onore e magari anche gioia.
Wiesel ha anche espresso il suo rammarico per le parole proferite dal presidente iraniano Mohummud Ahmadinejad sulla sua volontà di rinnegare lOlocausto: Debbo confessare – ha dichiarato Wiesel – che nutro una certa frustrazione: tanti testimoni hanno parlato dello sterminio ma poco o niente è cambiato. Il mondo si è rifiutato di ascoltare e di imparare. Altrimenti come possiamo comprendere cosa è avvenuto in Cambogia, Ruanda, Bosnia, Darfur o comprendere cosa è oggi l’antisemitismo. Se Auschwitz non e’ riuscito a guarire il mondo dall’antisemitismo, cosa potrà guarirlo?. Come si può trattare con un presidente come Ahmadinejad che continua a negare l’Olocausto e vuole distruggere uno stato membro delle Nazioni Unite? Come osa? Invece – ha concluso Wiesel – dovrebbe essere arrestato e tradotto davanti alla Corte dell’Aja, accusato di incitamento per i crimini contro l’umanità.
Nonostante la mobilitazione per la Giornata della Memoria, restano ancora episodi incresciosi che indicano la presenza di un odio antisemita.A Roma, durante la notte, sono comparse delle scritte sulle mura di un ex luogo di tortura trasformato in Museo della Liberazione. Altra scritta con tanto di firma, due croci celtiche e una svastica, Olocausto propaganda sionista, è apparsa su un muro di via Tasso, a pochi passi dalla Basilica di San Giovanni.