Haiti, Bertolaso: “Usa confondono emergenza con intervento militare”

di Redazione

Guido BertolasoROMA. Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, critica la gestione degli aiuti dopo il terremoto di Haiti.

“Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica, e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio”, dice Bertolaso, che durante la trasmissione In mezz’ora su Raitre, “il mondo poteva dare prova di poter gestire al meglio una situazione come questa, ma finora non ha funzionato”. “Troppo spesso – aggiunge – una volta arrivati sul luogo di un disastro, si pensa subito a mettere un grande manifesto con lo stemma della propria organizzazione, a fare bella figura davanti alle telecamere, piuttosto che mettersi a lavorare per portare soccorso a chi ha bisogno”.

Sulla massiccia presenza di forze militari Usa, Bertolaso commenta: “Era inevitabile e indispensabile una forte presenza dell’esercito americano, anche se i 15mila uomini non sono utilizzati in modo migliore. Le navi-ospedale, le portaerei, non hanno rapporti stretti con il territorio, con le organizzazioni umanitarie che sono presenti sul posto. Ognuno fa la sua parte, ma in modo svincolato”.”Gli americani – ha aggiunto – tendono a confondere l’intervento militare con quello di emergenza. Manca una capacità di coordinamento, utile per non disperdere gli aiuti che sono stati inviati. È stato fatto uno sforzo impressionante, encomiabile, ma non c’è una leadership. Serve un uomo, serve un Obama che gestisca le emergenze”. Ed anche “Clinton che scarica le cassette della frutta” non è servito. “Sarebbe stata la svolta se lui avesse gestito l’emergenza in prima persona, invece se n’è andato”.

La tecnica d’intervento ad Haiti applicata dagli Stati Uniti, secondo il capo della Protezione Civile, è quella già usata in passato a Goma, Ruanda e Cambogia: “Si viene qui, si dà un po’ da mangiare, bere e il problema per loro è risolto, ma è una contraddizione se non si pongono le basi per la vita futura”.

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