ROMA. L’Italia, attraverso il ministro degli Esteri Franco Frattini, appena atterrato a Roma di ritorno dalla sua missione in Africa, dichiara la sua disponibilità “a cancellare il debito che Haiti ha verso l’Italia, sono 40 milioni di euro”.
“È un primo modo per aiutare l’inizio della ricostruzione”, ha detto il ministro. L’Italia ha già impegnato quasi 5 milioni di euro in aiuti di emergenza e primo soccorso per le popolazioni sinistrate. Il titolare della Farnesina è stato accolto al suo arrivo da due operatori della Protezione Civile che lo hanno ragguagliato sulle condizioni del primo gruppo di italiani rientrato dall’isola caraibica. Il titolare della Farnesina ha poi riferito che sull’Isola continuiamo le ricerche. Al momento sono ancora 12 gli italiani di cui non si hanno notizie, oltre 190 sono stati ormai contattati, e comunque non ci sono novitá negative rispetto agli scorsi giorni.
FORMIGONI: “UN PONTE AEREO SANITARIO”. Con il volo Livingstone delle 13.20 decollato da Malpensa e diretto a La Romana (Repubblica Dominicana) sono partiti i primi aiuti alle popolazioni di Haiti organizzati da Regione Lombardia. “L’aereo – ha detto il presidentelombardoRoberto Formigoni – trasporta 3 tonnellate di farmaci e un primo quantitativo di telefoni satellitari per assicurare i collegamenti”. “Abbiamo pronto da due giorni il nostro ospedale – ha aggiunto – e, anche in base alle segnalazioni dei tecnici che raggiungeranno il teatro del disastro, attendiamo indicazioni per trovare il terreno adatto al montaggio della struttura, grande come un campo da calcio”. I tecnici dell’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, che fanno parte della delegazione, hanno anche il compito di verificare la trasportabilità dei feriti in Lombardia, visto che si tratta soprattutto di bambini. “La proposta che vogliamo verificare è quella di un ponte aereo sanitario – ha aggiunto il presidente Formigoni – e sono sicuro che gli attuali 300 posti letto già disponibili possono diventare il doppio entro pochi giorni”.
RIENTRATI A ROMA 13 ITALIANI. E’ atterrato il Falcon dell’Aeronautica militare che ha riportato in Italia 13 nostri connazionali scampati al sisma di Haiti. I 13 italiani, tra cui 3 bambini, sono stati accolti sulla pista di Ciampino dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e sono stati condotti all’interno del terminal della sezione militare dell’aeroporto. I nostri connazionali ancora dispersi sono 12, tra questi sono tre quelli per i quali si teme maggiormente: due funzionari dell’Onu, forse sepolti dalle macerie dell’hotel Christopher (quartier generale delle Nazioni Unite a Port-au-Prince), e un uomo che sarebbe rimasto intrappolato in un supermercato crollato. I primi due sono Guido Galli, agronomo di 45 anni, che, secondo quanto confermato dalle Nazioni Unite alla sorella Francesca a Firenze, si trovava al Christopher per una riunione quando tutto è crollato, e Cecilia Corneo, 39 anni – la cui famiglia risiede ad Arona -, data per ‘missing’ dallo staff Onu. Il terzo sarebbe invece Antonio Sperduto, di origine irpina.
ALLARME EPIDEMIE E SACCHEGGI. Dopo il devastante terremoto di martedì scorso, ad Haiti ora regna il caos. Non solo ci cadaveri per le strade e case distrutte, ma anche l’allarme per epidemiee saccheggi. La poliziaha anche aperto il fuoco su un gruppo di saccheggiatori, uccidendo almeno uno di loro: l’uomo, di una trentina d’anni circa, è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla testa, mentre una folla prendeva d’assalto un magazzino di prodotti a Marche Hyppolite. Gli spari non hanno disperso gli assalitori e gli scontri sono continuati; poi, con un gesto veloce, un altro saccheggiatore ha strappato lo zaino dalle spalle dell’uomo morto, mentre nella zona arrivavano altri agenti. Il sisma di martedì ha fatto fuggire dalle prigioni circa 3.000 detenuti, alcuni dei quali sono pericolosi criminali.
50MILA CADAVERI RECUPERATI: SI TEMONO 200MILA MORTI. Si continua a scavare: tre persone sono state estratte vive domenica mattina dalle macerie del Caribbean Market della capitale Port-au-Prince. Si tratta di una bambina ed un uomo haitiani e di una donna americana. È lo stesso supermercato dove è stato localizzato un disperso italiano. Isopravvissuti sono invece fuggiti per trovare rifugio nei vicini campi di canna da zucchero. Almeno 50mila cadaveri sono stati finora recuperati per un bilancio che potrebbe raggiungere i 200mila morti, ma stentano ancora ad arrivare alla popolazione gli aiuti umanitari da tutto il mondo che ingorgano l’aeroporto di Port- au-Prince.
BAN KI-MOON: “GRAVE CRISI UMANITARIA”. “Quella di Haiti è la più grave crisi umanitaria nell’arco di decenni” ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, partendo da New York alla volta dell’isola caraibica. Lo stesso Ban Ki-moon ha detto di essere “pronto al peggio” per quanto riguarda il personale dell’Onu rimasto sotto le macerie per il crollo a Port-au-Prince del quartier generale della missione delle Nazioni Unite. Poi ha indicato tre priorità: salvare più persone possibile, fare giungere d’urgenza gli aiuti umanitari, coordinare le iniziative internazionali di aiuto.