Piano anti-mafia, combattere la criminalità sarà una realtà

di Emma Zampella

Cdm in CalabriaREGGIO CALABRIA. Il Governo vuole combattere la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta e le altre mafie in solo dieci mosse.

Il consiglio dei Ministri, insediato a Reggio Calabria, ha varato un piano straordinario antimafia, mentre il resto delle misure sarà contenuto in un decreto legge. Rispetto a quello che avevamo annunciato il piano antimafia in dieci punti contiene qualcosa di più. E cioè un codice di leggi antimafia che potrà essere utilizzato da tutte le forze dell’ordine che si occupano di combatterla” , ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine della seduta. “Cari amici calabresi – così il premier ha insediato l’incontro – la riunione a Reggio Calabria del consiglio dei ministri, la prima nella storia d’Italia è un’altra promessa mantenuta”.

Durante la conferenza, il premier ha spiegato che è stato fatto un grosso lavoro per l’assetto di questo piano, in quanto è stato creato un progetto che fosse efficace sia per la magistratura che per le forze dell’ordine, per garantirsi un maggiore controllo della criminalità. L’occasione è stata utile anche per il riassetto della questione dell’immigrazione che in Italia ha raggiunto livelli eccessivi. Dal Consiglio è emerso che ridurre l’immigrazione vuol dire diminuire allo stesso il tasso di criminalità, soprattutto grazie all’aiuto dell’Unione Europa: “Stiamo facendo un’azione molto forte nei confronti dell’Unione europea che deve caricarsi il costo della vigilanza che la Libia e altri Paesi sopportano per fermare e rimpatriare gli immigrati”, ha commentato il Cavaliere. Ma tutta l’attenzione dei Ministri si è focalizzata sulla lotta alla criminalità e sul suo versante economico.

La criminalità è combattuta anche sul piano culturale. Come ha dimostrato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, la ‘ndrangheta sarà una parola che entrerà nel vocabolario della Costituzione. “Siamo intervenuti per introdurre nella legislazione italiana la parola ‘ndrangheta che prima non figurava. La modifica andrà inserita nel decreto in vigore domani” ha commentato il ministro incaricato. A tal proposito il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha spiegato che il nodo centrale della lotta sarà relativo alla ridistribuzione dei beni confiscati alle attività criminose.

L’appuntamento è quindi tra 15 giorni, quando sempre in Calabria sarà insidiata l’Agenzia per la gestione dei

beni confiscati. La creazione di quest’organo è indispensabile per rendere immediatamente utilizzabili tali beni. “Nei 19 mesi del governo Berlusconi sono stati sequestrai 12.111 beni mobili e immobili alle organizzazioni criminali, per un controvalore di 7 miliardi di euro e sono stati confiscati 3.122 beni per un controvalore di circa 2 miliardi di euro” ha dichiarato Maroni. La preoccupazione maggiore è che la ‘ndrangheta riuscirebbe a riappropriarsi di quanto le è stato tolto, il che complicherebbe le cose. “Qualche bello spirito– ha detto il ministro dell’Interno- ha detto che i criminali sono pronti a ricomprare i beni sequestrati messi all’asta. Molto bene, vuol dire che noi così li sequestreremo un’altra volta”.

La criminalità è la camicia nera di cui si veste l’Italia, rendendola riconoscibile al mondo intero. È la sua macchia che si porta avanti da anni e di cui non riesce a liberarsi, pur lottando continuamente. È un sistema che ha ormai incatenato tutto, generando anche lavoro nero. Nel mirino delle nuove e assidue ispezioni finiranno agricoltura ed edilizia, dove saranno intensificati i controlli con personale del ministero del lavoro, gestori dell’Inps e forze dell’ordine. Le pesanti ispezioni riguarderanno circa 10mila aziende su tutto il territorio, mentre nel campo dell’edilizia i controlli saranno intensificati sia nei settori pubblici che privati. E la città è stata completamente blindata.

Massima allerta e sicurezza affinché nulla potesse turbare lo svolgimento dell’incontro. Una modifica della viabilità cittadina, con la chiusura al traffico di alcune strade in tutta l’area limitrofa alla Prefettura; particolare attenzione è stata riservata poi al percorso che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ed i Ministri seguiranno per raggiungere la Prefettura dall’aeroporto. Sono stati individuati tutti gli eventuali punti di criticità, cassonetti dei rifiuti e tombini in primo luogo, con l’eliminazione di tutte le potenziali situazioni di rischio. Centinaia gli appartenenti alle forze dell’ordine pronti a presidiare la città.

Ma tutto ciò non è bastato ad evitare l’insediamento di tre sit-in di protesta nei confronti del premier. “Siete contenti che abbiamo portato qui il Cmd? Così vi facciamo vedere quello che stiamo facendo contro la criminalità” diceva il primo ministro, mentre un gruppo di contestatori, soprattutto lavoratori a rischio o in cassa integrazione spiegavano le proprie problematiche. “La nostra azienda non ha più accesso al credito e sta per chiudere. Siamo un centinaio” ha spiegato il capo delegazione della De Masi costruzioni. E un portuale di Gioia Tauro: “In due anni 500 persone hanno perso il posto di lavoro. Siamo qui a chiedere un intervento serio al governo. La ‘ndrangheta si sconfigge con il lavoro, non solo con le chiacchiere e potenziando le forze di polizia. Se non c’è occupazione la manovalanza della mafia crescerà”.

Ma nonostante tutto ciò, Berlusconi si è sentito di fare una promessa: “La sconfitta della ‘ndrangheta e di tutte le altre mafie costituisce per noi l’emergenza più importante, in assoluto. Per questo dobbiamo ripristinare il controllo dello Stato su tutto il territorio, come premessa indispensabile per la riuscita degli interventi sull’economia e sulle infrastrutture che abbiamo già predisposto e in parte già avviato”.

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