Processo breve, il Senato approva

di Redazione

Aula del SenatoROMA. Il Senato dà il via libera alla legge sul cosiddetto “processo breve”. Il testo è stato approvato con con 163 voti a favore, 130 contro e con 2 astenuti, e ora passerà al vaglio della Camera.

Le dichiarazioni di voto sono iniziate intorno alle 12 in un clima di forte polemica. Il gruppo dell’Idv si è alzato e ha esposto alcuni cartelli contro la norma, con i quali invitavano il premier Silvio Berlusconi a “farsi processare”. A un certo punto, vista la bagarre, è intervenuto in prima persona anche il senatore del Pdl Domenico Gramazio, il quale ha letteralmente lanciato il fascicolo degli emendamenti alla volta del gruppo Idv, colpendo il collega Alfonso Mascitelli.

“Forse un giorno chiederete scusa ai cittadini ma sarà troppo tardi”, ha detto il senatore Luigi Li Gotti dell’Italia dei Valori, che ha ritenuto la norma non esistente “in nessuna parte del mondo”, ricordando poi ha “le tante leggi ad personam approvate solo nell’interesse di Berlusconi”. “Fermatevi finchè siete in tempo, come possiamo votare questa amnistia?”, ha tuonato il capogruppo dell’Udc Gianpiero D’Alia. La capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, ha ricordato il precedente della legge ex Cirielli che fece schizzare verso l’alto il numero delle prescrizioni e attaccato: “Non siete stati capaci di dimostrare che questo provvedimento non avrà conseguenze per i cittadini. Salteranno molti processi e non sarà fatta giustizia”.

Dalla maggioranza,il senatore Federico Bricolo, della Lega Nord, ha fatto invece notare come le norme in discussione erano in realtà sostenute da molti esponenti del centrosinistra prima che si scoprisse che erano applicabili anche a uno dei processi che riguardano Berlusconi. E ha ribadito che la ratio delle nuove norme è puntare alla “ragionevole durata del processo”. Stesso concetto ribadito dal capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri: “Ma è davvero breve questo processo? – si è chiesto l’ex ministro ricordando che le nuove norme prevedono comunque che nei casi di reati più gravi i termini per il giudizio possano arrivare fino a 15 anni – Circa 500 processi al giorno spariscono per prescrizione, questa legge vuole imporre alla magistratura di celebrarli i processi. L’impatto di questa legge – ha concluso Gasparri – sarà solo sull’1% del 3,5 milioni di processi aperti attualmente in Italia”.

Nel Pdl si è però registrato un dissidente, Enrico Musso, che ha preso le distanze dal provvedimento, riconoscendolo di fatto come una legge ad personam, anche se nel poco tempo concessogli dal presidente Schifani non ha mancato di bacchettare la minoranza per non riconoscere la bassa produttività delle toghe. Musso ha poi deciso di non partecipare al votoper evitare che la sua posizione fosse strumentalizzata.

Fuori da Palazzo Madama si sono radunati alcuni componentidel “Popolo viola”, gli stessi del No-B-Day: “Non ci stiamo – hanno detto alcuni militanti – a rimanere in silenzio di fronte ad un Parlamento che, invece di occuparsi dei problemi del Paese, approva la diciottesima legge ad personam in 16 anni. Una legge, tra l’altro, con dubbi di costituzionalità molto accentuati”.

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