SAN FELICE A C. Nel pomeriggiodi mercoledì 27 gennaio i carabinieri del nucleo operativo di Maddaloni hanno eseguito unordinanza di custodia cautelare a carico di 8 persone di San Felice a Cancello, …
… alcune delle quali con precedenti specifici, ritenute a vario titolo responsabili della fiorente attività di spaccio di droghe che avveniva in particolare nella frazione “Talanico”.
Allesito dellattività dindagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere,tre persone sono state tratte in arresto: RinoGagliardi, 30 anni, e Luigi Buono, 39, entrambi sottoposti alla custodia cautelare in carcere; mentre Feleppa Gabriella, 33, è stata sottoposta alla custodia cautelare agli arresti domiciliari. Tutti e tre sono già ben noti alle forze dell’ordine. Altre 5 persone sono state sottoposte alla misura cautelare del divieto di dimora e di accesso nella provincia di Caserta con annesso obbligo di permanenza in casa nelle ore notturne. In sostanza il provvedimento prevede che questi soggetti siano espulsi dalla provincia di Caserta, e che non possano farvi rientro senza il permesso del giudice. Essi sono inoltre obbligati a rimanere per tutta la notte allinterno delle abitazioni in cui dimoreranno, fuori provincia. I soggetti investiti dal provvedimento cautelare sono: D.R.F., 30 anni; M.I., 30; E.M., 25; F.G., 25; B.A., 30.
Il gruppo degli 8 giovani è ritenuto responsabile di aver organizzato e condotto una fiorente attività di spaccio di stupefacenti, soprattutto cocaina e marijuana, a San Felice a Cancello, scegliendo come piazza dello spaccio il quartiere Talanico, dove alcuni di loro abitano. Lattenzione dei carabinieri si era concentrata su quel quartiere poiché in varie circostanze, nel corso di controlli eseguiti daimilitari a San Felice a Cancello, erano state controllate persone che provenivano da paesi vicini, non solo della provincia di Caserta, ma anche dalle province di Benevento, Napoli ed Avellino, ed in vari casi erano state perquisite e trovate in possesso di droga asseritamente acquistata per uso personale.
In effetti quel quartiere non è certo una zona di passaggio né un luogo dove si trovano attrazioni o punti di ritrovo per i giovani, pertanto lunico motivo per recarvisi non poteva che essere lacquisto di stupefacenti. Così i carabinieri hanno iniziato una serie di servizi di osservazione con pedinamenti, controlli, perquisizioni e attività tecniche. Lindagine ha trovato comunque notevoli difficoltà. In più occasioni è stato possibile verificare che i vari soggetti facenti parte del gruppo criminale, a turno, comunicavano leventuale presenza in zona di pattuglie dei carabinieri o addirittura la semplice presenza di autovetture sospette perché non conosciute in zona. In particolare, i giovani attendevano i clienti nei pressi di un bar in via Talanico, in posizione predominante sulla strada, così da consentire di osservare chiunque percorra quellunica via di accesso al quartiere. Ogniqualvolta le vedette di turno riscontravano qualcosa di strano o avvistavano le autovetture normalmente in uso ai carabinieri, davano lallarme rendendo vano qualsiasi tentativo dintervento improvviso.
“Ci hanno chiuso, è là sopra, ci hanno chiuso. Sta unauto giù alla strada… e una altra sopra dove stava l’ex ristorante e stanno tutti con l’auricolare parlano con l’auricolare per non farsi vedere con i telefoni, hai capito? Si stanno appostando anche nella terra… ci hanno chiuso, ci hanno chiuso! Adesso ho detto ai ragazzi che non dobbiamo dare niente a nessuno! Eh, lasciate perdere tutto, anzi andate via da lì, andate a farvi una passeggiata!”. Questa è stata una delle conversazioni captate dai carabinieri nel corso dellindagine. I militari stavano svolgendo un appostamento conclusosi con un blitz ed una perquisizione in via Paciello, a seguito del quale sono stati rinvenuti circa 60 grammi di cocaina e marijuana, già suddivisi in circa 60 dosi, nonché quasi un migliaio di bustine in cellophane usate per il confezionamento degli stupefacenti, e degli appunti che registravano la contabilità dello spaccio degli stupefacenti per varie migliaia di euro.
Curioso, poi, il linguaggio in codice utilizzato dai membri del sodalizio criminale per indicare gli stupefacenti. Spesso nelle loro conversazioni hanno parlato di scarpe bianche o di scarpe gialle, di tre paia di scarpe 50, di mischiare le scarpe buone con quelle false, evidentemente con riferimento al taglio della sostanza, di prendere “un’altra 40, un paio di scarpe alla piccolina, che ha il piede 40 alla piccolina“. Una bambina con un piede 40 non può certo passare inosservata. Altre volte hanno parlato, in modo certamente più esplicito, di tartufo bianco, di pezzi di erba, di roba, o di maria. Anche parlare di “un poco di sciusciata”, con riferimento a qualche tiro di coca, appare abbastanza chiaro; così pure come chiedere “una busta di latte da 50 euro“. Doveva trattarsi di latte di qualità assolutamente superlativa.
Particolare anche una conversazione in cui si disserta dei gusti personali in materia di stagionatura del formaggio, ma il riferimento è evidentemente al colore della cocaina, che tende ad ingiallire man mano che il prodotto perde freschezza e umidità. “Ma è giallina o bianca? Il formaggio dico comè… è buonariello, già si è fatto biondo o è ancora bianco? Ah, come lo voglio io cioè più fresco e più secco… perché più fresco è bianco bianco… hai capito? Giallino, già si è fatto biondo, ma a me mi serve il più secco! A me mi piace quello là più appassito!”.
Al termine degli adempimenti di rito, Gagliardi e Buono sono stati tradotti presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, mentre Feleppa è stata sottoposta alla custodia cautelare agli arresti domiciliari a San Giorgio del Sannio (Benevento). Gli altri 5 giovani membri della banda invece hanno preparato le loro valigie e si sono trovati un posto dove abitare fuori dalla provincia di Caserta.
Nella foto, da sin. Gagliardi, Feleppa e Buono