Incarichi, l’ingegner De Santis replica al Pd

di Redazione

 SANT’ARPINO. Il terzo volantino del Pd, diffuso domenica 10 gennaio, specioso e duro come i due precedenti (del 19 e del 27 dicembre scorsi), mi ha indotto a rompere quel “sofferto silenzio” …

… che inizialmente, per quanto fatto segno a sleali e pesanti accuse di favoritismo, mi ero faticosamente imposto di osservare sia per non gettare ulteriore benzina sul fuoco che per evitare di essere coinvolto in sgradevoli polemiche di basso profilo, “artatamente costruite” e “subdolamente gonfiate” per bieco opportunismo politico.

La progressiva intensificazione degli “attacchi”, sempre più caratterizzati da velenosi personalismi che hanno comunquepiù volte toccato la mia sensibilità e la mia persona, mi ha indotto a rompere ogni indugio per fare totale chiarezza sulle questioni in cui sono stato direttamente chiamato in causa e per gridare “ad alta voce” che non consento a nessuno (e meno che mai agli ignoti estensori dei citati documenti che, standosene ben nascosti dietro il comodo paravento della sigla del Pd,diffondono accuse false ed infondate senza sottoscriverle con il proprio nome e cognome) di poter impunemente recare oltraggio alla mia dignità personale e professionale (che sto costruendo, come altri giovani colleghi, giorno dopo giorno, con sacrificio e dedizione), con la diffusione di informazioni ed insinuazioni false e tendenziose, sicuramente frutto di malafede, che mi hanno fatto apparire come “indegno destinatario” dapprima di 3 incarichi, poi diventati 2+1), ottenuti grazie a vincoli di parentela ed in totale dispregio di quel “criterio di rotazione” che l’attuale maggioranza aveva annunciato in campagna elettorale. E questo per fermarmi solo “al dato più evidente”, senza considerare, cioè, le vergognose insinuazioni di ordine etico e professionale, sparse a piene mani nei tre documenti citati, in uno dei quali, nella foga dissacratoria, sono stato addirittura definito “forestiero”, io che dalla nascita ho sempre vissuto a Sant’Arpino.

Ciò premesso, fornisco qualche doveroso elemento di chiarezza e qualche “inevitabile riflessione”. Sono l’ingegner Giovanni De Santis, nato a Napoli il 7/4/1979 (spero che almeno questo dato non sia messo in dubbio dai miei detrattori); come, del resto, credo sia inequivocabile ammettere che sono l’unico, tra i tecnici che hanno ottenuto un incarico, ad essere legato da parentela con i due esponenti dell’attuale maggioranza citati nel documento del 27 dicembre scorso. Tanto premesso e chiarito, occorre fare chiarezza sul numero e sulla natura degli incarichi da me ottenuti perché è su questo “dato” che poggia l’infamante castello accusatorio su cui “poggiano” i tre volantini qui contestati); incarichi che, secondo il Pd, sarebbero stati ben 3, poi diventati 2+1. Nulla di più falso. Senza tema di smentite, infatti, posso tranquillamente affermare di aver ricevuto, ad oggi, 1 solo incarico da parte del comune di Sant’ Arpino – la Direzione dei Lavori per la manutenzione straordinaria della Piazza Umberto I.

Chiarisco altresì, per dovere di verità, che più che di un incarico si dovrebbe parlare addirittura di “un mezzo incarico” considerato che “la stessa funzione” di Direttore dei Lavori per la manutenzione straordinaria della Piazza Umberto, è stata affidata, oltre che a me, anche ad un altro giovane collega locale, l’Architetto A.Capasso. Un solo incarico, dunque, e per giunta in condivisione con un altro tecnico locale – altro che 3 o 2+1.

Tale inoppugnabile ed oggettiva circostanza per la quale si dà ampia possibilità di smentita e di replica, in qualsiasi sede, al quanto meno incauto e malaccorto estensore dei comunicati, basterebbe già da sola a far piena luce sull’attendibilità del contenuto e sulla reale finalità dei volantini ed a rendere chiari i motivi della mia indignazione.

Ciò nonostante, in ogni caso, appare comunque opportuno svolgere qualche ulteriore riflessione sul caso: tutti gli incarichi di natura tecnica conferiti finora dall’Amministrazione che, secondo i dati diffusi dal Pd, dovrebbero essere una quindicina, sono stati conferiti a 15 tecnici diversi, in prevalenza giovani del territorio, con l’evidente scopo di valorizzare le professionalità locali e, nello stesso tempo, di consentire loro l’accesso ad opportunità professionali che solitamente, invece, sono loro precluse, probabilmente anche per gli interessi di gruppi ristretti che non tollerano intrusioni nel loro “harem” e che talvolta non lasciano, “a chi è fuori dal giro”, neppure la possibilità di avere accesso, a strumenti urbanistici fondamentali per l’esercizio della professione; non essendosi registrata alcuna duplicazione nell’affidamento di tali incarichi, non solo non appare inapplicato, né violato, il criterio di “rotazione” annunciato dall’Amministrazione nel programma elettorale, ma, si dovrebbe, semmai,dare atto all’attuale gruppo dirigente, non solo di aver agito in piena coerenza con gli impegni assunti ma anche di aver conferito gli incarichi senza “discriminazioni né pregiudizi” neppure nei confronti di tecnici ritenuti politicamente “non vicini”, di aver avviato una politica di valorizzazione dei giovani e, non da ultimo, di aver determinato una effettiva innovazione in tema di conferimento degli incarichi; piuttosto che “sparare” a zero e diffondere, a piene mani, veleni, sospetti ed allusioni sulle persone e, perfino, sulla qualità di prodotti in corso d’opera, sarebbe stato moralmente più corretto e politicamente più produttivo, che il o gli ignoti estensori dei famigerati comunicati, avessero provato a “volare un pò più alto”, ad esempio pubblicando, accanto al prospetto dei dati relativi agli incarichi tecnici e professionali conferiti finora dall’amministrazione Di Santo,il prospetto analitico degli incarichi conferiti durante “il proprio recente mandato”, in modo che, in maniera asettica e contrastiva, attraverso il confronto dei dati, i cittadini avrebbero potuto disporre di inoppugnabili elementi per valutare l’efficacia, la linearità e la coerenza delle scelte messe in atto, sulle medesime materie, dai contrapposti schieramenti.Ma, e qui sorge spontanea una domanda: “Avrebbe ancora avuto un senso il loro polverone accusatorio” dopo la comparazione dei prospetti?

E, infine, a chiusura, un’annotazione di carattere personale: dopo la laurea in Ingegneria civile (conseguita al termine di un percorso di studio ”tradizionale”, ho svolto, prima di ottenere l’incarico comunale, un intenso quadriennio di esperienza sia progettuale (alle dipendenze di un apprezzato studio professionale) che “pratico”, partecipando alla realizzazione di vari progetti e ricoprendo, tra l’altro, per un biennio, la funzione di tecnico responsabile di vari cantieri di lavoro, anche fuori Regione, per la realizzazione di “ significative” opere, sia pubbliche che private. Orbene, in una prospettiva di conferimento di incarichi di piccola-media complessità, come quelli di cui si discute, (che non richiedevano il possesso di esperienze professionali di particolare complessità) nell’ottica della valorizzazione dei giovani professionisti locali, non si vede per quale “oscuro” motivo, avendone i requisiti, non avrei avuto diritto ad aspirare legittimamente, essendo, tra l’altro, incluso nell’albo dei tecnici all’uopo istituito dal Comune, ad ottenerne uno senza “rubare nulla a nessuno” e senza che si gridasse allo scandalo e che si scatenasse una simile vergognosa gogna. Quanto sopra non per spirito polemico ma solo ed esclusivamente per autotutela.

Tanto dovevo per amore della verità e per dichiarare a gran voce la mia personale indisponibilità a strumentalizzazioni e falsità. Si facciano pure, se lo si crede opportuno, tutte le opposizioni ed i rilieviche, dopo attenta verifica dei dati, siritenga di dover fare. Ma si faccia ciò con stile e con leale chiarezza, nei modi e nei limiti del corretto esercizio della funzione di opposizione e nel rispetto dei diritti e della dignità di terzi estranei “ai giochi”, spesso imbarazzanti, della politica, evitando le degenerazioni appena stigmatizzate. Tanto dovevo per il ristabilimento della verità.

Personalmente considero questo “comunicato” come atto del tutto eccezionale e, pertanto, non ripetibile in futuro, avendo altre attività ed altri interessi da curare, diversi dal fare politica. L’eventuale successiva tutela dei miei interessi e della mia persona, ove mai ne dovessi ravvisare la necessità, avrebbe luogo in sede legale.

inviato dall’Ing. Giovanni De Santis

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