AVERSA. Che si ritorni alla divisione delle Asl in Provincia. Il fallimento dellaccorpamento è totale. I cittadini di Caserta e di Aversa non possono pagare per il piano di accorpamento, che alla fine ha creato solo disservizi.
Le esigenze delle due fette di territorio sono diverse e nonostante gli sforzi del personale non esiste rimedio ad una situazione al limite del collasso. Gli stessi dipendenti sono in grosse difficoltà a soddisfare le richieste di intervento di unutenza, che necessariamente va distinta in ordine alle problematiche sanitarie territoriali. Ad affermarlo è Angelo Polverino, che interviene ad un anno di distanza dallaccorpamento del personale e dei beni delle Asl Caserta 1 e Caserta 2. Che, come fissato dal piano sanitario della Campania, ha creato ununica Asl, oggi guidata dal Commissario Antonio Gambacorta.
Se lo vogliamo chiamare esperimento, cè da prendere atto che non è riuscito. I dipendenti sono allo sbando e i nodi sul tappeto non sono stati affatto risolti. E stata continua il consigliere regionale del Pdl una debacle su tutti i fronti. Bassolino ha pensato solo ai tagli e non alle questioni da risolvere. I 4900 dipendenti sono alle prese con una vera emergenza, che investe il territorio casertano e quello aversano. E inoltre saltato la razionalizzazione di riferimento per il servizio ai cittadini. Quanto poi alla riorganizzazione del patrimonio economico-immobiliare delle due aziende non ci sono verifiche, che facciano pensare ad un risanamento e ad unanagrafe, che dia seriamente la possibilità di valutare la situazione allo stato attuale. Ma a pagare sono soprattutto i cittadini, che non riconoscono ununica Asl quale soggetto di pronto intervento delle loro necessità. Aversa e Caserta devono necessariamente ritornare come prima.
Ununica direzione conclude il pidiellino – ha mostrato tutti i suoi limiti nel gestire lampia fetta di territorio, con una ricaduta negativa sulla qualità della vita dei cittadini. La provincia di Caserta, ad alta densità demografica, contiene al suo interno tutto ed il contrario di tutto e non è possibile che in nome della riduzione della spesa sanitaria non si è considerato un serio investimento sul malato.