CAIAZZO. Leggendo e rileggendo Già, il secondo round di presentazione della più recente fatica letteraria del professor Michele Falcone ha fatto emergere elementi estetici, storico-politici ed umani che allappuntamento del 26 novembre scorso, a Caserta, erano rimasti in nuce.
Grazie al fervore culturale dellAmministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Giaquinto, è stato possibile questo secondo evento di approfondimento che sè svolto, nei giorni scorsi, a Palazzo Mazziotti, salotto buono dellantica Caiazzo. Lassessore al ramo Tommaso Sgueglia, ha portato il saluto della compagine amministrativa; il presidente Antonino Puorto quello, non meno caloroso, dellintero consesso civico; a concludere glinterventi di rito il primo cittadino in persona. Comera nelle attese, il tris degli autorevoli relatori (lo storico Aldo Cervo, il giurista Gaetano Iannotta e la giornalista Francesca Nardi) ha catturato la massima attenzione del pubblico, conducendo loperazione di scandaglio critico con estrema disinvoltura ed illuminante chiarezza.
Ma quali approfondimenti hanno evidenziato ulteriormente il valore de I sentieri del risveglio che Falcone ha pubblicato per i tipi delleditrice Aletti? Impossibile racchiuderli tutti in un breve resoconto. Andiamo perciò a cogliere fior da fiore. La chiave di lettura dellopera proposta da Cervo è stata, ancora una volta, composita, ma gli elementi significativamente aggiuntivi che lo storico caiatino ha sottolineato – al di là delle dimensioni estetiche dellopera puntualmente còlte – si sono orientati verso accostamenti allapparenza incredibili eppure degni di adeguate riflessioni. Un esempio sè avuto allorché Cervo, identificando le radici ideologiche rintracciabili nel sottosuolo teoretico del romanzo, ha trovato in Giovanni Gentile una sicura fonte, spingendosi però a non individuare grande differenza tra il filosofo idealista e Carlo Marx, giacché ha inteso annotare che il primo ebbe a soffermarsi allinterno di un evidente nazionalismo, mentre il secondo fu strenuo sostenitore del collettivismo transnazionale. Stranissimo ossimòro ha infine definito il relatore quel tramonto di unalba che Falcone ha dipinto – anche in senso morale -, pensando, con singolare sostrato passionale, a quei risvegli fortemente evocati fin dal titolo scelto per la sua opera.
A sua volta, Iannotta, prima di deplorare le ragioni per cui, oggi più che nel passato, le sfere materiali e ideali non facilmente savvicinano, ha perfino ritrovato in Falcone una concezione risalente a Norberto Bobbio, almeno per quanto concerne la difesa di quella trasparenza che dovrebbe risultar sempre tratto distintivo dogni pubblica istituzione. Del resto, il giurista non solo ha ben illustrato il contrasto tra virtù etiche ed il particulare esaminato a fondo da Hobbes, Machiavelli e Guicciardini, ma ha discusso anche di una visione pirandelliana che traspare specialmente nelle pagine in cui lautore descrive lincontro col prefetto della provincia.
Densa di indelebili ricordi la brillante ricostruzione in cui si è impegnata la penna doro Francesca Nardi. Io non trovo un protagonista sconfitto ha detto la nota giornalista egli piuttosto si è voluto leggere dentro. Falcone, secondo Nardi, ha raccontato il suo dolore, la sua impari lotta. Egli -avversario giurato del dio-quattrino che sta rovinando lepoca in cui viviamo, nella quale non cè più una sinistra da combattere, ma neppure una destra in cui rifugiarsi- è un uomo che davvero crede e sarebbe molto triste se cominciasse a demordere.
E, quasi a rassicurarla, il professore, esprimendo a tutti la sua riconoscenza, ha confermato tutta la pervicacia dellintellettuale-politico mai disposto a piegarsi, perché continuerà la sua missione di educatore, non più dalla cattedra liceale, perché in quiescenza, ma dalle pagine delle sue opere, per ricordare ai giovani di operare, sempre, in qualsiasi momento della loro vita, all’insegna del nobile pensiero di I.Kant: “Due cose mi colmano l’anima di sempre nuova e crescente ammirazione, ogni qualvolta il mio pensiero vi si rivolge: il cielo stellato che é sopra di me, la legge morale che é in me”.
inviato da Raffaele Raimondo