Il Sud a “Dietro l’angolo”

di Redazione

 CASERTA. Ancora una volta la trasmissione “Dietro l’Angolo” di Carlo Scalera, su New Radio Network, propone interessanti spunti di riflessione accompagnati da accesi dibattiti.

La puntata di sabato scorso ha visto come tema centrale il Sud e la questione meridionale. In studio, oltre Rosario Pasquariello, Fiore Marro e Angelo D’Ambra dei comitati delle due Sicilie che hanno provato a spiegare ai vari radioascoltatori le motivazioni delle loro scelte ideologiche e delle loro iniziative sul territorio. Chi ha ascoltato la trasmissione sabato, avrà pensato che il livello storico-culturale dei presenti in studio fosse molto scarso. Stravolte le consuete certezze storiche: Garibaldi, per dirne una, non è più un eroe, ma un delinquente invasore da cacciare via. Questa è sola una delle tante interpretazioni storiche analizzate in trasmissione.E’ comunqueemerso un dibattito tale che, quelle che erano le comuni certezze, non erano poi così scontate. La storia, come sempre, viene scritta da chi vince e nel caso del Sud è evidente che dopo l’invasione vittoriosa piemontese questi abbiano reso gli eroi patriottici borbonici in rozzi “briganti”. Numerosi gli interventi dei meridionali al nord, costretti a vivere lontano da casa, a causa di un Sud lasciato sempre più da solo.

Nel corso della trasmissione è intervenuto inoltre l’onorevole Arturo Iannaccone, che ha recentemente fondato il partito “Noi Sud”. L’onorevole ha spiegato come questa nuova formazione politica voglia mettere al centro la Campania e più in generale il Sud, nel tentativo di accorciare il più possibile il divario con il Nord. Nel corso della trasmissione si è parlato poi di Caserta e del Macrico: pare che i Borbone l’abbiano lasciato in eredità alla Chiesa perché venisse costruita a Caserta una cattedrale. Tuttavia, con l’arrivo di Garibaldi, la Chiesa pare abbia perso la possibilità di tale opera mastodontica alla fine del corso Trieste.

Curioso episodio avvenuto a fine puntata: Fiore Marro fa un appello per cambiare il nome del “corso Trieste” in “corso Ferdinando di Borbone”, nella città di Caserta; Scalera, il conduttore, fa un contrappello: è favorevole a cambiare il nome del corso a patto che venga costruita la Cattedrale, augurandosi che la chiesa non svenda il Macrico ad aziende che cementifichino tutta l’area verde. Noi invece potremmo fare a meno anche della Cattedrale, purché venga costruito magari qualcosa di socialmente utile, o un parco, o un’università, o un centro ricreativo. E questa soluzione potrebbe essere una sorta di compromesso tra una soluzione che arricchisce le tasche di qualcuno, e un’altra che bada troppo allo spirito e poco alle esigenze della vita concreta di tutti i cittadini.

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