CASERTA. Alla fine, come pronosticato da mesi, è Domenico Zinzi il candidato del centrodestra alla provincia di Caserta.
Dopo settimane di indiscrezioni, smentite e bacchette varie, la vicenda che ruotava attorno alla leadership è terminata. E bastata una breve telefonata del premier Silvio Berlusconi al segretario nazionale dello scudocrociato, Lorenzo Cesa, per mettere tutti, pezzi da novanta e carte da tre, a tacere.
Poteva farlo prima il Cavaliere, avremmo evitato di subire quella che ormai era diventata una sceneggiata nellambito della più seria faida interna al Pdl campano tra il sottosegretario e coordinatore regionale Nicola Cosentino e lastro nascente Italo Bocchino, che vuole sradicare il potere a Caserta e in Campania del politico di Casal di Principe, il quale, sotto inchiesta per presunte collusioni col clan dei casalesi, sembra politicamente sul viale del tramonto, anche se, come succede a molti, rifiuta di accettarlo.
La sfida, tutta nellagro aversano (Bocchino è infatti originario di Frignano), sembra si stia risolvendo a favore del vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. Lo testimonia, sopra ogni altra cosa, proprio la candidatura di Zinzi, non gradita a Cosentino, graditissima a Bocchino, per il quale tutti andavano bene, tranne che uno del Pdl casertano, ovvero un controllato del sottosegretario. Tantè che Cosentino ha praticamente costretto il senatore Pasquale Giuliano a mettersi in gioco per la candidatura alla presidenza, mentre si sono rivelate di facciata le proposte relative ai sindaci di Aversa, Domenico Ciaramella, e di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, i quali, tuttavia, hanno dovuto prestarsi alla sceneggiata, così come i cespugli (Udeur e company). Fino a quando ognuno si è dovuto piegare al volere di Silvio. E così sia…