NAPOLI. Sosteniamo i giovani del Mezzogiorno dItalia, riserve magnifiche di energia, talento e volontà, affinché non si debba, inermi, continuare ad assistere ad una inesorabile emigrazione che porti loro sempre più lontani da un ambito territoriale …
… in cui il talento, la formazione, le potenzialità, lentusiasmo e il legittimo desiderio di futuro vengono costantemente mortificati dalla staticità, dallarretratezza e, spesso, da una vera e propria degenerazione del contesto economico, sociale e culturale. Lo afferma Giovanni Sticco, della direzione regionale dei Giovani Democratici della Campania.
Una recente ricerca sulla mobilità del lavoro in Italia, – continua Sticco realizzata da due economisti di Bankitalia, dimostra come tra il 2000 e il 2005 oltre 80 mila laureati hanno abbandonato le regioni del Sud in cerca di unopportunità lavorativa. Un Mezzogiorno sempre meno in grado di trattenere il proprio capitale umano; che si impoverisce di uno dei fattori chiave per la crescita socio-economica regionale. Impoverimento che si riflette, altresì, nella persistenza dei differenziali territoriali in termini di produttività, competitività e, in ultima analisi, di crescita economica. La rassegnazione: questo il filo conduttore delle nuove generazioni di quello che i romani chiamavano mare nostrum; laltrove, come fuga da questa periferia dEuropa e non come viaggio, quale unica prospettiva di speranza. In questo senso, drammatiche sono le responsabilità di una politica concentrata esclusivamente sul presente ed incapace di guardare oltre il proprio naso. Ordunque, si rende necessaria uninversione di tendenza in un sistema ancora molto chiuso; i Giovani Democratici si facciano portavoce di un rinnovamento generazionale non fine a se stesso, che veda giovani illuminati protagonisti della rinascita del nostro Mezzogiorno. Una nuova classe dirigente che prenda il posto di quanti non sono stati in grado di fornire risposte concrete, in materia di sicurezza e tutela, a coloro che lavorano in condizioni di estrema flessibilità e precariato.
Una nuova politica conclude Sticco che, declinando concetti quali: meritocrazia, equità sociale, trasparenza, europeismo e green economy sia in grado di rispondere, con nuove categorie culturali, alle grandi sfide che la globalizzazione, sia sul piano dei rischi discriminazione ed esclusione socio-economica che delle opportunità, pone alla società in cui viviamo.