MILANO. Emma Bonino ha cominciato la sua lotta non violenta contro la discriminazione e lillegalità del sistema di raccolta firme.
La leader radicale, candidata alla presidenza della regione Lazio,lo ha annunciato durante la sua conferenza stampa, tenutasi presso la sede della lista Bonino-Pannella, a cui ha partecipato anche il candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Marco Cappato.
Boniboha fatto sapere che con la sua protesta vuole puntare i riflettori sulla legalità, le democrazie e il rispetto dei diritti nel corso della campagna elettorale in corso. “Chiediamo al Governo di intervenire per dotare i cittadini di strumenti che non creino discriminazione, magari abolendo le firme quando un partito ha dei deputati in Parlamento, dimezzando il numero delle firme da raccogliere o allungando i tempi a disposizione come già fatto in passato”, ha dichiarato durante la conferenza stampa, nel corso della quale ha spiegato che la sua è “uniniziativa di speranza”, puntando il dito contro linformazione pubblica che gode di regole stringenti per la presentazione delle candidature.
“Tutti i comuni devono assicurare la possibilità di raccogliere celermente le firme”, ha attaccato
Prontamente sono arrivate le reazioni: “Non mi sembra una novità”, ha commentato Renata Polverini, candidata del centrodestra. “E’ un metodo che i radicali hanno sempre utilizzato per le loro battaglie – continua l’ex leader della Ugl – quindi mi pare ovvio che di fronte a quella che Emma Bonino ritiene una discriminazione utilizzi lo stesso metodo che utilizza sempre”.
E un commento pungente alle scelte della Bonino arriva anche da Francesco Storace: “Ma quanto deve durare la sceneggiata della Bonino? lo sanno tutti che si presenterà alle regionali e sta facendo la solita operazione mediatica. Figuriamoci se rinunciano ai rimborsi elettorali…”.