ROMA. E’ iniziato nella mattinata di mercoledì, poi rinviato al prossimo 16 febbraio, davanti alla Terza Corte d’Assise di Roma, il processo a Raniero Brusco, …
… imputato per l’omicidio dell’ex fidanzata Simonetta Cesaroni, uccisa con 29 coltelalte il 7 agosto del 1990. 44 anni, dipendente dellaeroporto di Fiumicino, Busco ha sempre negato di essere l’assassino.
“Se sono tranquillo? E’ una parola grossa”, ha detto Busco ai cronisti a margine della prima udienza. A chi gli faceva notare che la moglie, Roberta Milletari, era con lui in aula ha risposto: “È importante avere una donna così”. E proprio la moglie ha voluto parlare con i cronisti presenti: “Sono arrabbiatissima per questa vicenda ma molto combattiva”. La Milletari, che ha conosciuto Busco nel 1991, sposandolo nel 1998, ha detto inoltre che gli ultimi tre anni “sono stati massacranti: mi auguro che oggi sia l’inizio della fine. Non abbiamo paura, non ci dobbiamo nascondere da nulla, la verità verrà fuori. L’innocenza ci fa andare avanti. Abbiamo due figli gemelli di otto anni a cui abbiamo dovuto fare alcuni accenni della vicenda del padre. Uno dei miei figli – ha aggiunto la donna – mi ha chiesto come mai Simonetta si trovava da sola lì in quel giorno”.
Il cadavere di Simonetta, che aveva 21 anni,fu ritrovato nell’ufficio degli Ostelli della gioventù in via Poma 2, dove lavorava come segretaria. I sospetti caddero prima su un giovane che abitava nel palazzo, Federico Valle, e poi su Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile, entrambi scagionati dagli accertamenti. Nel 2008 i pm romani avevano chiesto nuovi accertamenti su Busco, viste anche le nuove tecniche di indagine a disposizione. La corte ha ammesso la costituzione del Comune di Roma come parte civile nel processo.