ROMA. Ad un anno dalla scomparsa di Eluana Englaro, il premier Silvio Berlusconi scrive alle suore Misericordine di Lecco, che per 14 anni hanno curato la donna che viveva in stato vegetativo e a cui è stata interrotta la terapia forzata.
“Carissime sorelle, è trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Eluana Englaro. Vorrei ricordarla con voi e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte”. Il messaggio è stato recapitato alle sorelle dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che si è recato alla casa di cura “Beato Talamoni” per un incontro riservato.
Il premier, nel messaggio, ringrazia le suore per “la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore” che hanno dimostrato negli anni. “I gesti di cura – si legge nella lettera – che avete avuto per Eluana e per tutte le persone che assistete lontano dai riflettori e dal clamore in cui invece sono immerse le nostre giornate, sono un segno di carità, un esempio da seguire per me e per tutti noi che abbiamo la responsabilità di governare il nostro amato Paese”. Il messaggio del premier si chiude con la richiesta alle suore Misericordine di una preghiera speciale per l’Italia affinché “ritrovi pace e serenità nella vita pubblica e in quella privata di ciascuno di noi”.
Il PADRE: “SE L’AVESSE VISTA NON PARLEREBBE COSI'”. “Se il presidente avesse accettato l’invito e fosse venuto a vedere Eluana, forse non avrebbe scritto le cose che ha scritto oggi”. A dirlo è il padre di Eluana, Beppino Englaro, che, durante la registrazione della puntata di questa sera di ‘Otto e mezzo’ su La7 dedicata al suo caso, ricorda di “aver invitato il presidente Berlusconi a venire a rendersi conto della situazione e di cosa significa stato vegetativo permanente”. “Non avrebbe scritto quella lettera alle suore misericordine e si sarebbe reso conto di ciò che la medicina può creare, una condizione che non esiste in natura e che è solo lo sbocco senza uscita di una serie di terapie”.
Beppino Englaro si è detto tutt’oggi sicuro e convinto che di fronte allo stato vegetativo che le è toccato di vivere per 17 anni “Eluana avrebbe detto no grazie, rifiutando tutta l’offerta terapeutica, sempre di prima qualità, che le è stata data”. “Mia figlia era un purosangue della libertà – ha ribadito papà Englaro – aveva molto chiaro ciò che voleva e un anno prima dell’incidente aveva visitato un amico in queste condizioni ed era terrorizzata dal finire in quel modo”. Englaro ha sottolineato di “non essere pentito di niente nella maniera più assoluta” e di aver sempre tutelato la volontà “più volte espressa” dalla figlia. “In casa abbiamo approfondito decine di volte i temi della vita, della morte e della libertà – ha aggiunto -, noi abbiamo scontato in tutti questi anni la mancanza di un approfondimento nella società”.
A chi poi gli chiedeva perché non avesse mai voluto diffondere le foto di Eluana pochi mesi prima della morte, Englaro ha spiegato che “anche su questo ho rispettato assolutamente le indicazioni di Eluana che era rimasta turbata dalla vista di persone in quelle condizioni e che non avrebbe mai voluto essere vista così”. “Però fare le foto era comunque necessario, ha ripreso Beppino, “come una forma di cautela perché in quel momento, visto che il presidente Berlusconi si rifiutava di venire a vedere le condizioni di Eluana, volevamo avere anche questa arma se la legge ad hoc per il suo caso fosse stata approvata”.