ROMA. Sono pesanti le accuse che il parlamentare dellIdv Francesco Barbato ha rivolto, questa mattina, durante le votazione alla Camera sul ddl sul settore agroalimentare.
Lesponente dipietrista ha preso la parola per denunciare che un onorevole del Pdl avrebbe fatto pressioni sul voto intimidendo i colleghi: E in atto unaperta violazione dell’articolo 68 della Costituzione che garantisce ai membri del Parlamento di non essere chiamati a rispondere dei voti dati nell’esercizio della propria funzione. Ebbene noi qui – sottolinea Barbato – non siamo liberi di dare i voti: c’è un onorevole che avrebbe incaricato personaggi legati a clan della camorra, a cui avrebbe dato incarico di avviare rappresaglie nei confronti di chi aveva disatteso le sue indicazioni di voto.
Questo presunto camorrista, legato al clan Ruocco della provincia di Napoli aggiunge il parlamentare dellIdv – doveva andare a fare rappresaglie nei confronti di chi non aveva votato secondo le indicazioni di un deputato presente in quest’aula. Io non posso fare il deputato in questa maniera: io voterò come dice quel deputato e consiglio a tutti di farlo per evitare che ci siano rappresaglie nei miei confronti e che mi cambino i connotati. Non voglio denunciare infiltrazioni camorristiche nel Parlamento, ma voglio semplicemente fare il mio lavoro con serenità, senza essere condizionato. Questo deputato è addirittura al tavolo dei nove, dove si danno indicazioni al Parlamento su come votare.
Barbato ha dato indicazioni precise non celando il fatto che le sue parola siano riferite allonorevole del Pdl Paolo Russo che è presidente della Commissione Agricoltura a Montecitorio. Secondo lesponente dellIdv, Russo sarebbe stato intercettato mentre dava compito ad un camorrista di cambiare i connotati a chiunque parlamentare non avesse votato come da lui indicato.
In Campania ha affermato Barbato ai microfoni di Radio Radicale – c’è un sistema crimine-politica-affari, un intreccio criminale che cammina sulle gambe dei parlamentari campani del Pdl, ormai sotto tiro dell’Antimafia di Napoli. La verità è che forse Cosentino è solo un dilettante rispetto ai vari Landolfi e al parlamentare cui mi riferivo in aula, Paolo Russo. Nel 2006, – racconta Barbato – Russo aveva come compagno di viaggio un presunto camorrista legato al clan Ruocco. Mentre era con questo personaggio, immaginava di non essere intercettato, ma non sapeva che il suo compagno di viaggio aveva delle cimici che hanno intercettato l’invito di Russo a cambiare i connotati ad alcune persone che non avevano seguito l’indicazione di voto data da Russo per aiutare suo cugino Ermanno. Tutto quello che ho detto è negli atti, pubblici, della Procura di Napoli. Questa persona conclude – dà indicazioni di voto al Parlamento e io voterò secondo le indicazioni di Russo. Ieri l’abbiamo messo sotto, cosa succederà? Ci farà cambiare i connotati?.
Intanto, il diretto interessato, lonorevole Paolo Russo alle accuse mosse da Barbato replica affermando che sono solo sceneggiate: Io mi occupo di politica e di cose serie, non di teatranti. Riconosco alle Procure e ai Tribunali la sede naturale dove discutere ogni vicenda, altre cose sono pantomina e teatro, nulla altro che questo. Le cose che io conosco, e immagino quindi le cose che possono essere note, si riferiscono a un’inchiesta per la quale il pm ha proposto l’archiviazione, che puntualmente è stata accolta in sede definitiva. E’ la stessa accusa – conclude – che ha chiesto l’archiviazione, il resto sono sceneggiate e chiacchiere.