Pentiti, Alfano si oppone al ddl Valentino

di Angela Oliva

Angelino AlfanoROMA. La proposta del senatore del Pdl Giuseppe Valentino, di introdurre un ddl in merito alle dichiarazioni dei pentiti ha scatenato un’aspra polemica nei salotti della politica.

L’opposizione parlamentare è insorta sottolinenando che si tratta di una legge anti-pentiti e che quindi restringerebbe la possibilità di utilizzare le dichiarazione dei collaboratori di giustizia soprattutto nell’ambito dei processi di mafia.

Con il disegno di legge Valentino – ha affermato il Presidente del Gruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiarovengono riformati due articoli del codice di procedura penale. Il primo risultato, grave, è che mentre oggi, sulla base del codice e della giurisprudenza della Cassazione, le dichiarazioni dei pentiti, se ritenuti attendibili, vanno comunque riscontrate, con la riforma Valentino le dichiarazioni di uno o più pentiti, anche se attendibili, sono assolutamente inutilizzabili se non esistono, a prescindere, altre prove. Altra conseguenza di questo pericolosissimo disegno di legge – continua la Finocchiaro – è che le dichiarazioni ricevute, anche da un ufficiale di polizia giudiziaria, da un soggetto che con le sue ultime parole indica l’autore di un reato non potranno neanche essere riferite in giudizio, perché la testimonianza di quell’ufficiale di polizia giudiziaria non potrà essere ammessa. Qualora venissero approvate, queste norme azzererebbero, di fatto, i processi di mafia, – conclude – anche in presenza di sentenze di condanna di primo e secondo grado e interromperebbero le collaborazioni dei pentiti”.

Anche Walter Veltroni è intervenuto sulla questione in qualità di membro della Commissione Antimafia e ha dichiarato: “Invece di sostenere gli enormi sforzi che magistrati e forze dell’ordine stanno compiendo con grande successo contro le mafie militari, Governo e maggioranza ultimamente mi sono sempre più

impegnati nella direzione opposta, in leggi come scudo fiscale e la previsione di vendita all’asta dei beni mafiosi. Ora si affaccia anche un progetto di legge che punta a sterilizzare uno degli strumenti più efficaci nella lotta alla mafia come le norme sui pentiti che la magistratura ha dimostrato di saper utilizzare con capacità di giudizio ed equilibrio. Se tutte queste previsioni dovessero essere approvate si rischia di proteggere i livelli criminali più pericolosi: i mafiosi dal colletto bianco che muovono centinaia di miliardi di euro ogni anno. Con queste norme si va verso l’impunità dei reati mafiosi”.

Il diretto interessato, il senatore Valentino passa al contrattacco sostenendo che chi afferma che il suo ddl sia una legge anti-pentiti che modifica gli articoli 192 e 195 del codice di procedura penale, bloccando la lotta alla mafia dice solo delle stupidaggini: “Se è vero – spiega – che le condanne devono essere inflitte oltre ogni ragionevole dubbio, è indispensabile che i criteri di valutazione della prova rispondano a principi di tassatività. L’interpretazione che da qualche tempo viene data all’articolo 192 del Codice di procedura penale che addirittura consente l’assemblaggio di segmenti di dichiarazioni a volte finalizzate ad obiettivi completamente diversi e considera tale assemblaggio elemento utile per una decisione, impone a mio avviso una riconsiderazione dell’articolo in questione il cui originario spirito appare radicalmente snaturato dall’uso che se ne fa ormai da qualche tempo”.

Intanto anche il Ministro della Giustizia Angelino Alfano ha preso le dovute distanze dalla proposta di legge di Valentino definendola come un’iniziativa personale: “Sono assolutamente contrario. Il ddl Valentino è fuori dal programma di governo, non se ne è discusso con la coalizione, ma si tratta di un’iniziativa personale”.

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