ROMA. Una maxi operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma ha messo fine ad un giro di riciclaggio di denaro sporco: 56 le richieste di custodia cautelare richieste dal gip della procura capitolina.
Loperazione, denominata “Phunchard-Broker”, aveva ramificazioni internazionali, con un ammontare di 2 miliardi e 400 milioni di euro di iva evasa. Linchiesta, condotta dai carabinieri del Ros di Roma in cooperazione con la Guardia di Finanza, avrebbe rintracciato tra i truffatori anche il fondatore ed ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia, che al momento risulta ricercato allestero. Limprenditore, affermando la sua estraneità al reato, ha però chiesto ai suoi legali di concordare un colloquio, in data anche molto recente, con gli inquirenti per far chiarezza sulla vicenda.
Indagati anche Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl eletto alla circoscrizione europea, per cui è stato richiesto larresto, Luca Berriola, ufficiale della Guardia di finanza, Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb a partire dal 2004. Nel giro degli arresti sarebbero finiti anche altri amministratori e dirigenti Telecom e Fastweb in carica tra il 2003 e il 2006 e di Sparkle, indicata come consociata di Telecom.
Laccusa che viene contestata agli indagati è quella di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e il rimpiego di denaro proveniente da un sistema di frodi fiscali. Il riciclaggio di denaro avveniva attraverso una falsa fatturazione di servizi telefonici ed informatici inesistenti vendute nellambito di due operazioni commerciali successive a Fastweb e a Telecom Italia Sparkle rispettivamente dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard nonché da I-Globe e Planetarium che evadevano il pagamento dell’Iva. Gli arresti si sono diramati anche in Inghilterra, Lussemburgo e Usa, in quanto i capitali riciclati, nella maggior parte dei casi venivano poi trasferiti allestero; inoltre loperazione veniva condotta anche grazie al sodalizio di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese e off-shore.
Durante la conferenza stampa, in cui il procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma, Giancarlo Capaldo, ha esposto le dinamiche delloperazione ha chiarito in particolar modo il ruolo del generale finanziere coinvolto nella truffa: “Nel novembre 2005 lufficiale Luca Berriola chiese allimprenditore campano Vito Tommasino – ha dichiarato Capaldo – di far rientrare dalestero 8 milioni di euro, giustificando la transazione finanziaria con lemissione di false fatturazioni a carico della Broker Management Sa, una società panamense operante nel settore delle Tlc”. E aggiunge: “Era una tangente. Arrivata su un conto corrente austriaco di una società panamense in una banca austriaca”.
ADi Girolamo è contestata ancheuna presunta affiliazione alla ndrangheta calabrese. È stato infatti rilevato dagli inquirenti che esponenti della criminalità calabrese, grazie ad emigrati in Germania, soprattutto a Stoccarda, sarebbero riusciti a mettere le mani sulle schede bianche dei votanti italiani allestero, favorendo il nome del senatore del Pdl, nei confronti del quale è stata riversata laccusa di violazione della legge elettorale con laggravante mafiosa. Sponsor di questa operazione sarebbe stato limprenditore romano Gennaro Mokbel, che più recentemente aveva fondato il movimento Alleanza federalista del Lazio e poi il Partito federalista. Dalle indagini è emerso che le riunioni per la raccolta dei voti si sarebbero svolte nellIsola di Capo Rizzuto, a cui avrebbero partecipato esponenti della cosca Arena. A seguito delloperazione sono stati sequestrati beni immobili per il valore di 48 milioni di euro. Nel decreto ci sono anche 133 autovetture, 5 imbarcazioni per un valore di 3milioni e 700mila euro; 743 rapporti finanziari; 58 quote societarie per un valore di un milione e 944mila euro. Ma anche “crediti” nei confronti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, per complessivi 340 milioni di euro”, due gioiellerie.