ROMA. “Il governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell’auto, non rinnovando gli incentivi e intensificando invece il sostegno alla ricerca e all’innovazione”.
Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, durante il suo intervento nell’Aula delSenato sulla questione della chiusura diTermini Imerese.
Nello stabilimento siciliano della Fiat sono impegnati 1658 lavoratori, ai quali vanno aggiuntialtri 300 che operano nell’indotto. Si tratta quindi di 2mila posti di lavoro in un territorio che offre scarse alternative di impiego. “Per questa ragione, – ha detto Scajola – l’annuncio del nuovo Piano Fiat ha suscitato comprensibile preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie, allarmate per il proprio futuro. La situazione specifica dello stabilimento siciliano va inquadrata nella prospettiva più ampia del settore automobilistico, che nell’ultimo decennio ha subito profondi cambiamenti. Bastano pochi dati per comprendere quanto sia mutato lo scenario: in Europa il numero dei marchi automobilistici è diminuito dai 58 del 1964 agli attuali 22; il numero dei modelli in produzione, per contro, è aumentato da 72 a più di 200”. Negli ultimi anni, ha sottolineato Scajola, “l’offerta di auto nel mondo è stata superiore alla capacità di assorbimento del mercato: le aziende hanno aumentato considerevolmente la propria capacità produttiva, anche attraverso la realizzazione di molti nuovi impianti produttivi. Il governo sta compiendo ogni sforzo per tutelare una realtà industriale di grande rilevanza economica e sociale per la Sicilia e per l’intero Mezzogiorno, assicurandole un futuro quando Fiat cesserà la produzione di auto nel 2012”.
Poi il ministro ha sottolineato che la Fiat “ha confermato la centralità dell’Italia e ha annunciato che destinerà al nostro Paese due terzi degli 8 miliardi di investimenti previsti nel prossimo biennio”. L’azienda torinese ha anche annunciato che gli stabilimenti auto di Mirafiori, Cassino, Melfi e Pomigliano d’Arco non subiranno riduzioni di capacità produttiva.
Durante la relazione di Scajola si è verificato un violento alterco tra il ministro e il senatore del Pd Costantino Garraffa. Quest’ultimo aveva accusato il ministro di dire bugie, in particolare sull’esistenza di 14 opzioni diverse di riconversione dello stabilimento di Termini Imerese. Successivamente Garraffa poneva le sue scuse al ministro: “Devo chiedere scusa per le intemperanze”.