MONDRAGONE. La Guardia di Finanza della Tenenza di Mondragone hanno apposto i sigilli a beni immobili e mobili, per un valore complessivo di oltre 250mila euro, allimprenditore Giuseppe Diana di Casal di Principe.
La misura restrittiva riguarda un immobile sito a Minturno (Latina), due terreni a Cancello Arnone e unautovettura di grossa cilindrata che allatto del sequestro è stata rinvenuta a Grazzanise. Si tratta dunque di un estensione della nota operazione Strike messa a segno lo scorso mese di dicembre, quando i finanzieri di Mondragone diedero esecuzione al provvedimento di sequestro di beni a danno dellimprenditore Diana, operante nel settore della distribuzione del gas, nei cui confronti sono stati emessi nel tempo plurimi provvedimenti giurisdizionali (sentenze ed ordinanze applicative di misure cautelari coercitive). Alquanto complessa ed articolata lintera vicenda giudiziaria riguardante limprenditore casalese.
Il 22 marzo 2007, il Gip presso
Il 29 ottobre 2007, sempre il Gip di Napoli ordinava lirrogazione nei confronti dellimprenditore della custodia inframuraria per essersi reso responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa, commessa sempre in Mondragone e zone limitrofe fino al
In data 8 gennaio 2008, Diana veniva colpito da unulteriore ordinanza, con cui il Gip di Napoli applicava nei confronti dello stesso la misura degli arresti domiciliari in ordine ai delitti di estorsione continuata perché, in concorso con esponenti del clan camorristico La Torre, al fine di agevolare detta compagine criminale, costringeva L.A. e L.L. al versamento periodico di una tangente. Inoltre, limprenditore si rendeva responsabile di tentata estorsione aggravata perché, con minaccia metodologicamente mafiosa, cercava di costringere O.M., amministratore di fatto della Eco4, a versare periodicamente del denaro destinato inizialmente a pagare tangenti al clan dei Muzzoni, operante nella limitrofa area di Sessa Aurunca.
In data 28 gennaio 2008, si disponeva nei confronti di Diana unulteriore misura degli arresti domiciliari in riferimento al delitto di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico, operato mediante il sistematico riciclaggio dei proventi di attività illecite e la messa a disposizione delle proprie strutture aziendali.
Nel marzo 2008, veniva disposto il rinvio a giudizio di Diana ed il 23 marzo 2009 il Gup di Napoli dichiarava lo stesso colpevole dei reati ascrittogli, condannandolo alla pena di anni cinque di reclusione; Il successivo mese di luglio 2008, il Gip presso
Il 14 settembre 2009, il Gip di Napoli applicava nei confronti di Diana la misura della custodia in carcere in ordine al delitto di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico aggravata e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, ordinando il sequestro preventivo dei beni riferibili al predetto, successivamente dissequestrati per ordine del Tribunale del Riesame.
Lo scorso mese di dicembre 2009, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a seguito dellanalisi della documentazione prodotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, ritenendo sussistere in capo a Diana sufficienti indizi di appartenenza a contesti malavitosi associativi, tuttora attivi e pericolosi, disponeva nuovamente il sequestro di 36 terreni, 8 fabbricati, un locale adibito a negozio, un immobile in costruzione, 6 società a responsabilità limitata operanti nel settore della commercializzazione del gas, comprendendo la totalità delle quote, del complesso aziendale e del patrimonio, capitali e beni di una società con sede a Salerno, disponibilità finanziare, 10 conti correnti, nonché autovetture di grossa cilindrata.
Allepoca le regioni interessate allesecuzione del provvedimento furono la Campania (provincia di Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento), il Lazio (provincia di Roma, Latina e Frosinone), la Calabria (provincia di Cosenza) ed il Molise (provincia di Isernia). Il valore complessivo stimato dei beni sottoposti a sequestro ammontava a circa 40 milioni di euro. Con lintervento odierno si sono aggiunti altri 250mila euro a conferma del serio intento dellapparato istituzionale operante in Terra di Lavoro, alla luce degli ultimi famigerati eventi di sangue.