ORTA DI ATELLA. In una lettera inviata agli iscritti del Pd ortese, Nicola Mozzillo rassegna le sue dimissioni comitato direttivo cittadino, in disaccordo con la scelta di candidare alle provinciali Domenico Iovinella.
Questa la mail inviataci da Mozzillo, che pubblichiamo integralmente:
Sono disorientato e sconcertato, quelle che prima erano certezze con pochi dubbi, adesso sono solo tanti dubbi. In questo ultimo anno ho dovuto ingoiare diversi bocconi amari ma per il bene del partito ho quasi sempre taciuto e quelle poche volte che ho espresso il mio dissenso lho fatto cercando di far comprendere che in un partito così come in qualsiasi istituzione alla base della convivenza ci sono il rispetto delle regole. Fino ad oggi ho tollerato tutto, o quasi tutto, ma quello che adesso non tollero è il fatto che sia dal nostro partito, e soprattutto da altri partiti o partitelli dellultima ora, si parli di discontinuità, cambiamento e rinnovamento ponendoci quasi una questione morale come se il nostro partito fosse un ricettacolo di delinquenti. Da che pulpito viene la predica! La questione viene sollevata proprio da chi in parte o totalmente ha condiviso fino allultimo istante ogni atto delle passate amministrazioni.
Unaltra cosa che assolutamente non tollero è che lingresso della famosa politica, quella per intendersi che vola alto (tanto alto che hanno preso lo shuttle e sono arrivati su Marte), ha completamente annullato il vero processo di discontinuità e rinnovamento avviato nel 2005 da uno sparuto gruppo di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di lottare un sistema, a differenza di chi oggi predica il rinnovamento e magari era parte integrante del sistema o che a suo tempo era rintanato nelle proprie case senza avere il coraggio e avendo paura di esprimere le proprie idee e pensieri.
Altra cosa che non tollero sono i criteri ondivaghi delle scelte dei candidati. Basti guardare le regole, i criteri stabiliti e la scelta del candidato alle provinciali, che corrisponde a Domenico Iovinella, già assessore era-Brancaccio, già assessore e capogruppo era-Del Prete e che secondo i massimi vertici del partito dovrebbe rappresentare il nuovo, il cambiamento e la discontinuità. Nulla di personale con Mimmo, anzi, mi ha fatto enormemente piacere la sua investitura ma certamente non corrisponde a criteri di cambiamento che la segreteria sventola in ogni riunione. Adesso nellultimo incontro tenutosi il 15 febbraio, avente ad oggetto la scelta per le candidature comunali, vengono ribaltate tali regole in nome di un presunto rinnovamento, mi viene il dubbio che queste vengano fatte a proprio uso e consumo. E come se volessero effettuare unepurazione mirata allarea moderata tipica di un sistema vetero-comunista del miglior politburo e cominter.
Si paventa il cambiamento attraverso linserimento di persone con volti e nomi nuovi, lasciando magari inalterati i cognomi o cambiando anche tali ma con ben accertati vincoli di parentela o ancora peggio inserendo qualche presunto verginello o verginella della politica e che tali non sono o peggio ancora qualche altisonante nome della cosiddetta società civile che finora per la verità ha prodotto solo danni. Se questo è cambiamento questa logica non mi appartiene. Questa è una logica che appartiene al passato e in cui non mi ci rivedo e ritrovo.
Pertanto, rassegno le dimissioni dal comitato direttivo di sezione e a breve, se non giungerà un forte segnale di ripristino delle regole democratiche, restituirò con i numerosi amici che mi sostengono (e vi garantisco sono tanti) la tessera del partito.