I consiglieri dimissionari: “Cacciati gli autori dello sfascio”

di Redazione

 TRENTOLA DUCENTA. “La crisi politica aperta ufficialmente, già da molto tempo, nella nostra città è arrivata al suo capolinea, ed il viaggio del sindaco Nicola Pagano e della sua giunta è finalmente concluso”.

Così esordiscono gli 11 consiglieri firmatari delle dimissioni che hanno decretato lo scioglimento del Consiglio comunale. “Merito del lavoro dell’opposizione, del gruppo dei Riformisti e dei due consiglieri indipendenti che hanno sostenuto con coerenza tale iniziativa riuscendo finalmente a cacciare dal Palazzo i responsabili dello sfascio. Trentola Ducenta è stata preda, in questi anni, di amministratori avventurieri della politica, sprovveduti quanto arroganti. E il prezzo lo hanno pagato i cittadini con l’abbandono e l’assenza di prospettive di sviluppo. Ed è proprio in questo abbandono che la città è stata continuamente offesa e mortificata. L’inadeguatezza delle risposte alle richieste concrete dei cittadini è stato l’atteggiamento dominante di questa amministrazione”.

“Tanti – continuano gli 11 ex consiglieri – sono stati gli avvenimenti che hanno mortificato l’onore di questa città, l’ultimo in ordine di tempo è stato quello di vedere il nome di Trentola Ducenta nella lista nera dei comuni prossimi allo scioglimento per non essersi adeguati alle normative per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. E risulta veramente paradossale, che il contratto annuale stipulato tra il Comune ed il Consorzio sia passato da 600mila euro a 1 milione e 400mila euro e ancora una volta sono i cittadini a pagare. E’ nostro compito mettere in essere tutte le iniziative necessarie per evitare che ciò accada”.

“Ora la città, liberata dall’assedio di una amministrazione sempre lontana dai veri problemi della gente, potrà finalmente avere uno scatto di orgoglio e pensare al suo futuro con più convinta serenità. Trentola Ducenta deve divenire la città in cui si selezionano gli uomini politici competenti, disponibili a compiere un servizio per la collettività e non desiderosi di impadronirsi del potere per soddisfare i propri interessi personali o familiari. Deve divenire sede di uno sforzo concorde verso comuni obiettivi, di dibattito costruttivo, di operosa stabilità politica. Ai cittadini la decisione: ad essi spetta il compito di riappropriarsi della loro identità”.

“La città – concludono – possiede gli strumenti, le idee e gli uomini per realizzare un grande progetto di sviluppo, per realizzare una città solidale e vivibile, per ridare linfa alle radici sopite della nostra comunità”.

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