Degrado 118 Aversa: nota della Ugl

di Redazione

 AVERSA. “Spiace apprendere, a mezzo stampa, dell’attuale degrado strutturale del presidio di Aversa, cioè di quello che è, storicamente, uno dei primi Servizi per le Emergenze Sanitarie Territoriali …

… istituito in Regione Campania (per la precisione, nel maggio 1989, circa 10 anni prima che venisse istituito il “118”)”. Lo afferma, in una nota, la Ugl Caserta. “Da quel lontano maggio, nel territorio di Aversa, a dispetto delle oggettive condizioni evidenziate dagli organi d’informazione, il Servizio ancora oggi dimostra quell’efficienza che lo rende sempre vicino ai bisogni del cittadino.

Se questo merito va ascritto a tutti quegli operatori che, a vario titolo, hanno contribuito, nel tempo e ‘sul campo’ a redigere la piccola, quotidiana, cronaca locale di un settore della sanità che, anche in campo nazionale, raccoglie un vasto e meritato consenso, lo stesso discorso non sembra valere per chi è deputato ad amministrarlo. Sembra evidente, infatti, che le simpatie raccolte ‘on the road’, non trovino adeguata corrispondenza nelle burocratiche menti che, amministrando la sanità in provincia di Caserta, a colpi di normative astrattamente interpretate, riescono a produrre i risultati che la cronaca, oggi, mette in risalto.

Fortunatamente, questa volta, non si parla di disservizio o, peggio ancora, di malasanità, si tratta di semplice e pura, disorganizzazione. In effetti, il degrado del presidio di Aversa rappresenta, la concreta considerazione che, sul piano amministrativo, si ha di questo Servizio; quella stessa considerazione che, trasposta sul piano organizzativo, costituisce la pratica manifestazione di una ‘visione pseudoculturale’ che considera l’Emergenza Territoriale funzione ancillare dei ben più “blasonati” servizi di Emergenza Ospedaliera. In realtà, ‘sulla strada’ e, quindi, sul territorio, l’esercizio professionale acquisisce connotati ben differenti, ma non per questo più agevoli, di quelli riscontrabili in un Pronto Soccorso Ospedaliero.

In una dimensione del genere succede, così, che nessuno si attivi per istituire il ‘Dipartimento di Emergenza’, anzi, si procede alla giornata in attesa di un miracolo. Così, per mettere una toppa alle carenze dei medici in Pronto Soccorso, si utilizza o si tenta di utilizzare personale del 118 o, per ottenere un modestissimo ‘vantaggio economico’, ci si mette a giocare, a titolo sperimentale, con le reperibilità oppure si approfitta con ‘nonchalance’ dei cosiddetti ‘turni a raddoppio’, quelli in cui, cioè, per motivi connessi all’orario di lavoro, si trovano ad operare due medici contemporaneamente nello stesso turno e si trasmettono ‘per gli opportuni adempimenti consequenziali’ ai Distretti Sanitari improbabili piani della Centrale Operativa volti a favorire ‘la deportazione’, in maniera del tutto estemporanea, dei medici, cosiddetti ‘a raddoppio’, da un Presidio all’altro della provincia al fine di coprire temporanee ed impreviste carenze di personale, che, sicuramente, non ci sarebbero, se fosse applicata, secondo buon senso, la normativa contrattuale e la stessa programmazione regionale”.

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