Berlusconi appoggia Sgarbi: “Favorevoli al rinvio elezioni”

di Emma Zampella

 ROMA. Parla Silvio Berlusconi nella sua conferenza stampa a Montecitorio togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.

Parla e racconta come vanno le cose, toccando i punti caldi di interesse nazionale. Passa in rassegna ogni problema relativo alle prossime elezioni regionali che tengono con il fiato sospeso. Accetta la proposta di rinvio e di posticipo di 15 giorni delle elezioni così come vuole Vittorio Sgarbi che, appoggiando con la lista Rete Liberal la candatura della Polverini, ha chiesto il rinvio delle elezioni per dare l’opportunità alle liste del Pdl di Roma di fare l’opportuna campagna elettorale. “Il nostro orientamento è come sempre quello di persone che riconoscono il diritto degli altri: la lista Sgarbi ha avuto questo riconoscimento e ha certamente il diritto di poter approfittare di altri giorni di campagna elettorale”, parla Berlusconi ricordando che si deciderà facendo ricorso al Ministro dell’ Interno, Roberto Maroni: “Ho parlato con il ministro degli Interni e gli ho dato questo mio convincimento: quando uno ha un diritto è giusto che lo si rispetti” aggiunge.

E ne da testimonianza anche lo stesso Sgarbi che dice: “Ho parlato stamattina con Berlusconi, il quale ha convenuto su due punti: che io ottenga il rinvio delle elezioni è una mia vittoria, perché io non devo vincere le elezioni regionali, ma devo vincere una battaglia di principio, e devo avere in nome della legalità, tanta conclamata dai Travaglio, dai Di Pietro, dalla sinistra, gli stessi tempi e le stesse opportunità degli altri, ed essendo molto più bravo di loro, in tre settimane riuscirò a farmi conoscere, certo che non potrei farlo in sette giorni. Il mio risultato non può che essere favorito da una proroga e deve essere accettata perché non si capisce perché gli altri abbiano avuto quattro settimane ed io una sola”. Facendo una piccola parentesi sul lavoro dei giudici che il premier definisce “scandaloso”, ritorna all’argomento conclamato di questi giorni: il suo coinvolgimento nell’inchiesta di Trani. Non risparmia parole di sconforto con la stessa Agicom verso cui si rivolge con toni sprezzanti e ammonendola dice: “E’ doveroso chiedere all’Agcom di intervenire per chiedere di fermare l’ignominia delle trasmissioni di Santoro che non consentono agli accusati di difendersi. : i processi in tv sono un’ignominia che non si può tollerare in un paese civile. Ho cercato in maniera corretta di provocare un intervento doveroso da parte dell’Agcom. Mi è stato detto che non era possibile perché, al di là di ogni ipocrisia per cui queste autorità sono indipendenti, c’era un membro nominato dall’Udc che risponde all’Udc che non faceva maggioranza con gli altri: prevale non il buonsenso ma l’appartenenza politica. Esattamente come nei nostri tribunali, dove si danno giudizi sulla base della politica”.

Il dibattito diventa caldo su questo tema, buttando alla deriva le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che invece chiede da Damasco maggiore coinvolgimento nella politica vera, quella che guarda alle esigenze dei cittadini, ai loro problemi seri, piuttosto che alla conflittualità mediatica che la politica è in grado di fare. E su questo punto Berlusconi ha insisto anche durante il suo intervento alla Mostra D’Oltremare di Napoli dove, in una sala inaspettatamente desolata, ha detto: “Noi continuiamo a lavorare nonostante i giornali e le televisioni siano stati riempiti da temi che la magistratura di sinistra ha abilmente messo in campo”. Poi passa in rassegna il tema della crisi economica che attanaglia l’Italia, riferendosi ad essa con uno squadro positivo e propositivo, rispetto alle posizioni che vengono dalla concorrenza: “Vorrei ribadire che contrariamente a quanto afferma l’opposizione, siamo consapevoli che c’é una crisi che continua ed è globale. E in tutta franchezza il nostro paese sente questa crisi meno degli altri paesi europei e stiamo uscendo non con estrema velocità, ma in maniera certa dalla crisi”, dice il presidente promettendo di non lasciare a terra e senza lavoro le imprese, medie e piccole, senza lavoro: “Su singole situazioni aziendali, quando si dice che ci sono 100-120 aziende in difficoltà, si dice una cosa vera ma bisogna considerare che in Italia le aziende sono milioni”.

E direttamente dal pulpito napoletano, il Premier torna a parlare di rifiuti promettendo ancora una volta di risanare questa deplorevole mancanza. Forse le foto di Rosy Bindi in visita in Campania sono finite sulla scrivania del Presidente del Consiglio, o forse il premier ha assaporato da sè la problematicità dalla Campagna. Qualunque sia il motivo che lo spinge a promettere di liberare la regione da questo problema lo fa con queste parole: Hanno costruito un allarme elettorale partendo da un problema piccolissimo, un ostacolo burocratico per il pagamento degli stipendi dei dipendenti dei consorzi. Ieri me ne sono interessato e abbiamo risolto. Ma non deve capitare e non capiterà più”.

E dal passaggio di testimone, a Napoli, tra Caldoro che considera Belusconi cittadino onorario della città del sole e del mare, la parola ritorna al Premier che conclude il suo intervento così: “Volete voi un altro comunista alla guida della Campania? Volete un governo che fa a cazzotti con Roma? Volete un altro sistema Bassolino alla sanità? Volete una faccia onesta? Volete voi Stefano Caldoro?” I no e i sì si alzano roboanti in sala. Berlusconi chiama accanto a sé anche i presidenti di Provincia eletti un anno fa, il candidato di Caserta Domenico Zinzi, quelli per la Regione, e su tutti lei, Mara Carfagna: “Consentitemi l’ineleganza: è bella, dolce, intelligente, ma è anche una donna con le palle”.

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