ROMA. Le dichiarazioni rilasciate dal premier Silvio Berlusconi su alcuni magistrati non sono affatto piaciute al Csm.
Il presidente del Consiglio aveva definito talebani alcuni magistrati sottolineando che lui andrà avanti, contro il parere di tutti, con la riforma della giustizia: La riforma della Giustizia andrà avanti anche se non piacerà molto ai talebani che sono allinterno della magistratura, ma è indispensabile perché la sovranità non è più nel popolo, ma è nei pm. E una strada tutta in salita sottolinea – perché ogni volta che ci ho provato mi hanno circondato con un processo diverso, ma adesso ci proviamo. In base alla legge italiana un cittadino che viene attirato nel girone infernale, si vede la vita rovinata, i suoi cari subiscono la stessa condanna. Noi avevamo fatto questa legge afferma il premier riferendosi al Lodo Alfano – ma poi i giudici di sinistra lhanno contestata, la corte costituzionale, che è una corte dove 11 giudici sono dellarea della sinistra, ha dato ascolto ai Pm e quindi la legge è stata abrogata. Oggi la democrazia è questa. Il popolo elegge il Parlamento, che approva una legge e poi finisce così. In Italia la sovranità non è del popolo ma dei Pm.
Ma il Csm non ci sta di fronte a teli dichiarazioni e ribatte affermando che si tratta di una mancanza di democrazia: E un gravissimo vulnus alla credibilità della giurisdizione, sono del tutto inaccettabili e mettono a rischio la stessa democrazia, proprio perché provenienti dal massimo rappresentante del potere esecutivo. L’assunto di una magistratura requirente e giudicante che persegua finalità diverse da quelle sue proprie e, per di più, volte a sovvertire l’assetto istituzionale democraticamente voluto dai cittadini – si legge nel documento – costituisce la più grave delle accuse e integra, anche per il livello istituzionale da cui tali affermazioni provengono, un’obiettiva e incisiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati. Deve essere ristabilito un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell’intera magistratura, che è una condizione imprescindibile di un’ordinata vita democratica. Non è ammissibile una delegittimazione di un’istituzione nei confronti dell’altra, pena – conclude la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura – la caduta di credibilità dell’intero assetto costituzionale.
Immediata la replica del portavoce del Pdl Daniele Capezzone che ha commentato la nota diffusa dal Csm, affermando: C’è da chiedersi se il Csm non si ritenga ormai una terza Camera. È assurdo e impensabile nel resto dei Paesi occidentali. A mettere a rischio la democrazia sono proprio coloro che, indossando la toga, parlano come se fossero esponenti di parte o di fazione.