ROMA. Anche Renata Polverini scenderà in piazza con i suoi fedelissimi in segno di protesta contro la decisione della Corte dAppello.
Alla manifestazione in piazza Farnese dovrebbe partecipare anche il premier Silvio Berlusconi che si è detto molto preoccupato per le possibile reazioni del popolo del Pdl: Mi preoccupo per le reazioni di piazza che potrebbero esserci da parte del nostro popolo. Ci potrebbe essere il rischio di elezioni falsate che portano in dote la ribellione alle ingiustizie e la protesta contro i diritti negati. Il Pdl ora, Forza Italia prima, non ha mai hanno cercato nella piazza un consenso o un’attenzione che le urne non hanno riservato loro. Ma adesso davanti ad un evidente disegno contro di noi o la soluzione viene dalla politica, prima ancora che dal Tar, o non so come andrà a finire.
Al contrario, invece, Gianfranco Fini ha annunciato che non parteciperà alla manifestazione di piazza Farnese poiché, come sottolinea il suo portavoce il presidente della Camera non partecipa a comizi elettorali. Il Pdl, nel Lazio, ha già annunciato il ricorso al Tar e anche il Governo sta lavorando per trovare una soluzione politica.
Sono due le ipotesi che il centrodestra sta valutando: o un decreto, come aveva annunciato il leader della Lega Umberto Bossi, per stabilire un rinvio del voto nelle regioni interessate così da riaprire i termini di presentazione delle liste; oppure una legge immediata che riapra i termini senza modificare la data delle
elezioni e si limiti solo a ridurre la durata della campagna elettorale riaprendo la possibilità di ammettere liste.
Situazione analoga anche in Lombardia dove ad essere esclusa è stata la lista di Roberto Formigoni Per la Lombardia. Il presidente della Regione lancia un appello attraverso Youtube: Chiediamo che intervenga il presidente della Repubblica che deve essere garante della libertà di voto dei cittadini. Si sta muovendo Berlusconi, con cui ho parlato più volte e sta muovendo anche il governo. Tentano di buttarci fuori dalle elezioni e tentano di impedire ai 10 milioni di cittadini lombardi di trovare il candidato presidente di riferimento e le liste di partiti a cui hanno sempre dato il 60% del loro consenso: e’ un problema che attiene alla democrazia. Siamo ottimisti perché abbiamo le nostre fondatissime ragioni ma c’è bisogno che le nostre ragioni siano riconosciute.
Mentre sia attendo i verdetti e la destra denuncia un complotto contro di loro, dallopposizione giunge unanime il grido contro le leggi ad personam. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani afferma: Di questa situazione è responsabile la maggioranza e se ne prendano la responsabilità, poi si vedrà. Certo non abbiamo mai pensato di vincere per abbandono degli avversari. Il ddl è unelucubrazione con poco fondamento. Stiamo parlando di cose che non stanno in piedi.
Emma Bonino, candidata alla Regione Lazio, dichiara:Non chiedere il rispetto delle leggi è da autolesionisti. Chi non lo chiede sono i prepotenti perché a loro non servono. Ma agli altri servono.
Infine il leader dellIdv Antonio Di Pietro che asserisce: Basta con le leggi ad personam. Aspettiamo la decisione dei magistrati senza fare da sponda a chi vuole piegare la legge a uso e consumo proprio. Il decreto sarebbe un golpe.