ROMA. Primo marzo- 24 ore senza di noi: è questo lo slogan che guiderà per tutto il giorno la protesta silenziosa degli immigrati presenti in Italia, per dare significazione del loro contributo socio-economico.
Il movimento, caratterizzato dal colore giallo, si svilupperà in 60 piazze italiane e prende spunto da uniniziativa spontanea partita dal social network, Facebook, con lintento di parlare al Paese. Sono ancora vive nella mente le immagini di Rosarno, quelle degli scontri che vedevano protagonisti gli africani che adesso sono senza lavoro, senza alloggio e vagano in cerca di una meta, arrivati a Roma senza più nemmeno quei 25 euro, frutto delle dodici ore di lavoro estenuante. La protesta rivendica un diritto quello di esistere in modo dignitoso. Alla mobilitazione, pacifica e silenziosa, parteciperanno diversi sindacati quali Cgil, Cisl, Uil, e un gran numero di associazioni tra cui, Amnesty, Emergency, Legambiente e Acli. E il presidente di questultima, Andrea Olivero, in tema immigrazione afferma: Basta con lequazione tra immigrazione e criminalità. La stragrande maggioranza degli stranieri in Italia sono lavoratori onesti, affidabili e indispensabili per il nostro sistema produttivo e sociale. Gli immigrati sono una benedizione per il nostro Paese, sostenendo così le iniziative che si svilupperanno per tutto il mese che andranno a costituire la Primavera antirazzista, promossa da molteplici organizzazioni.
A piegare le braccia saranno anche molti lavoratori immigrati di Francia, Spagna e Grecia, dando rilevazione internazionale alla protesta. Secondo gli ultimi rapporti gli immigrati presenti in Italia sarebbero 4,8 milioni, di cui la maggior parte è di nazionalità romena, seguita da albanesi e marocchini. Mettendo al bando le proteste di chi vuole gli immigrati fuori dallItalia, con i dati alla mano, non si può non essere obiettivi: è stato infatti rilevato che il lavoro svolto dagli immigrati in Italia ha arginato la crisi economica, mantenendo ancora in attivo quelle professioni che ormai gli italiani non vogliono più svolgere. Senza il contributo determinante dei lavoratori immigrati non sarebbe possibile la produzione di numerose eccellenze del Made in Italy alimentare, dalla raccolta delle mele della Val di Non in Trentino alla mungitura delle mucche da latte per il Parmigiano Reggiano, dalla vendemmia dei vini “Doc” alla cura dei greggi per il pecorino romano fino alla raccolta della frutta Igp dellEmilia Romagna, afferma
I mandarini, le olive, le arance non cadono dal cielo. Sono delle mani che li raccolgono. Siamo degli attori della vita economica di questo paese, le cui autorità non vogliono né vederci né ascoltarci. Il nostro lavoro serve allItalia, come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi molte speranze gridano silenziosi gli immigrati italiani, chiedendo rivendicazione non solo per se, ma anche per quella seconda generazione che, nata e cresciuta in Italia, sente ancora su di se il peso della discriminazione. Gli immigrati producono ogni anno il 9,7% del Pil italiano, ossia circa 122 miliardi di euro. Sul lavoro, nel 2008 nonostante la crisi economica, si è registrato un aumento dell’occupazione immigrata pari a 222mila unità. Ma al contempo cresce di un punto percentuale anche la disoccupazione che si attesta al 10,5%. Diminuiti gli irregolari, che passano da 651mila nel
La protesta si svolgerà in diverse fasi e in diversi luoghi: la mattina ha come protagoniste le città di Bologna, dove dalle 10 alle 14, ci sarà la giornata di mobilitazione in Piazza della Loggia, mentre a Napoli il corteo da piazza Garibaldi partirà alle ore