ROMA. “Un disegno, molto ben pensato”. Così il premier Silvio Berlusconi, dal palco di una manifestazione nel Lazio pro-Polverini, commenta l’esclusione di alcune liste del Pdl dalle prossime elezioni.
“Il Tar della Lombardia ha fatto giustizia -dice Berlusconi- ma voi pensate alla mentalità dei giudici dell’ufficio elettorale di Milano. Hanno contestato le nostre liste senza avere nessuna qualifica quando invece le liste della sinistra avevano molte irregolarità”. Citando il momento della consegna delle liste del Pdl della Provincia di Roma per le elezioni regionali del Lazio, il Cavaliere afferma: “C’era una magistrata che, guarda caso, ha il ritratto del Che in un angolo dell’ufficio…”. “Stanno tentando di fare una grande insopportabile porcheria”, ha dettp il premier.
Il presidente del Consiglio poi ribadisce che “i responsabili del partito non hanno nessuna colpa per quello che è accaduto: li ho interrogati per ore ma anche tra di noi hanno fatto passare l’idea che abbiamo fatto un pasticcio, ma non è così. Abbiamo presentato liste in tutta Italia e non abbiamo avuto problemi ma, guarda caso, proprio nelle due situazioni più importanti c’è stato qualche problema. La magistratura di sinistra, quella politicizzata che usa i suoi poteri a fini politici, ha dettato i tempi di questa campagna elettorale”.
E qui lancia dure accuse: “Abbiamo mandato in Afghanistan i nostri militari per riportare il diritto di voto e le elezioni e nella nostra capitale ci viene interdetto di poter votare. È il colmo l’atteggiamento di questa magistratura, di questi signori della sinistra e di questi giornali che mettono tra virgolette le parole del presidente del Consiglio che non ha mai pronunciato. Vergogna. Grazie ai suoi mezzi di stampa la sinistra si è inventata tutto. Noi dobbiamo parlare con i nostri elettori. E tutti voi dovete avere la cronistoria che ho spiegato mercoledì”. Per Berlusconi i candidati del Pdl dovranno “spiegare tutto quanto fatto dal governo: da Napoli a L’Aquila alla politica estera che ci dà prestigio nel mondo. Dalla riforma della scuola alla Pubblica amministrazione, dalla riforma della giustizia a quella della sanità. Il governo ha ben meritato”. E qualora la lista provinciale del Pdl a Roma non fosse ammessa alle elezioni regionali, i suoi componenti “saranno protagonisti della giunta regionale del Lazio”.
Sulla manifestazione di sabato dell’opposizione, Berlusconi dice: “Sfileranno a braccetto il campione del giustizialismo Antonio Di Pietro, il campione della faziosità politica, Bersani e la campionessa della cultura radicale Emma Bonino. Un amalgama terrificante”, cui il centrodestra risponderà in maniera “forte e dura”, con una manifestazione “non contro ma per qualcosa: per il diritto di voto, per la nostra libertà”. Poi l’appello al voto: “Anche gli indecisi e gli indifferenti dovranno valutare come non ci si possa fidare di persone, come quelle della sinistra, che praticano la cultura dell’esclusione dell’altro, la cultura della faziosità e dell’odio politico e dell’invidia. L’Italia con loro, le regioni con la sinistra, sarebbero meno libere e noi dovremmo essere molto preoccupati. Ma non sarà così, perché vinceremo e la Polverini governerà la Regione”.
Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, replica: “Berlusconi ormai è un disco rotto, a Berlusconi dico basta! Cosa dovrebbero dire tutte quelle liste che sono state escluse in queste elezioni e tante volte nelle elezioni precedenti? Basta, finiamola qui, mettiamoci a discutere dei problemi che interessano alla gente”. A rispondere anche Emma Bonino, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio: “Sarebbe utile – dice la radicale – che ognuno facesse il suo mestiere. Il presidente del Consiglio ha molti problemi degli italiani da risolvere e anche il sindaco Alemanno potrebbe fare il sindaco e cercare di affrontare i problemi di Roma piuttosto che ricoprire ruoli impropri nell’ ambito della campagna elettorale. Cerchiamo di capire che nelle prossime due settimane di anomalie ne vedremo molte, Berlusconi farà l’agitatore di campagna elettorale, come se il candidato fosse lui”.