Liste Pdl, il Tar ha deciso per l’esclusione

di Emma Zampella

Renata PolveriniROMA. Il Tar del Lazioha respinto il ricorso del Pdl sulla mancata accettazione della lista provinciale di Roma.

I legali del Partitoerano, infatti, staticonvocati per le 19 per assistere alla lettura della sentenza, che è giunta dopo il riesame del ricorso. I rappresentanti del Pdl, che avevano portato al Tribunale di Roma una nuova richiesta dell’apertura dei termini resa possibile del decreto “salva liste”, approvato lo scorso venerdì, hanno dovuto incassare lo stop del Tar del Lazio. E’ stata dura la battaglia degli esponenti del Pd che non hanno cessato di sporgere denuncia per quanto accadeva: in primo luogo il Pd che ha sottolineato l’inapplicabilità del decreto salva liste approvato dal Presidente della Repubblica alla Regione Lazio, poiché, secondo la Consulta, spetta solo alla Regione legiferare in materia di elezioni. In secondo luogo in mattinata il Pd avrebbe chiesto ai carabinieri di non consegnare quei faldoni in cui sono presenti le firme dei candidati necessaria per ripresentare le liste provinciali. Ma i faldoni erano già al vaglio degli uffici competenti, in mano ai rappresentanti della candidata Renata Polverini.

Il solo decreto sembrerebbe non salvare le liste del Pdl che però non si perde di coraggio nonostante le provocazioni che arrivano da sinistra. Se al tribunale di piazza Clodio arriva la delegazione del Pdl, abbastanza ricca di componenti tra cui il coordinatore regionale Vincenzo Piso, il vice Alfredo Pallone, il responsabile elettorale Pdl Ignazio Abrignani, la parlamentare Barbara Saltamartini e il presentatore di lista Giorgio Polesi, per recarsi al famoso ufficio 23 dove le liste sono arrivate in ritardo, nella regione Lazio l’Idv ha installato due presidi, organizzati negli sbocchi che danno accesso alla città romana, per aspettare tali rappresentanti con un panino. Galeotto fu, infatti, il panino che scatenò il pandemonio elettorale: il senatore Stefano Pedica, coordinatore regionale del Lazio dell’Idv,ha aspettato l’esponente del Pdl, Alfredo Milioni con un panino ricordando l’episodio del delegato del Pdl che, al momento di consegna delle liste, si era allontanato per un panino, consegnando le candidature con 45 minuti di ritardo. “Aspetto Milioni per offrirglielo – ha detto il parlamentare Idv – così non perde tempo con scuse ridicole”, recando un cartello con su scritto “Milioni il paninaro”.

E se la protesta non violenta del Idv non è bastata, ci sono le parole dell’avvocato del Pd Cristina Michetelli che spiegano le reazioni a sinistra: “La legge impone una cosa, non si può fare come si vuole. Nel Lazio si applica le legge regionale elettorale 2/2005 che non è interessata dal decreto emesso dal governo – precisa Michetelli -. Inoltre non c’è prova che il pacco che era stato lasciato in tribunale, il 27 febbraio, corrisponda a quanto portato in seguito ai carabinieri”. Inoltre sulla riammissione delle liste di destra ha pesato anche il nuovo ricorso firmato all’unanimità dalla giunta regionale,riunitasi domenica sera in seduta straordinaria,e presentato lunedì alla Corte Costituzionale.

La giunta ha chiesto in sostanza alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalità del decreto salva liste che violerebbe il capitolo V della Costituzione e di analizzarne l’incompatibilità con le leggi vigenti: quella che stabilisce la competenza unica delle Regioni a legiferare in materia elettorale regionale, e quella che vieta la decretazione d’urgenza sui temi elettorali.“Riteniamo illegittimo il decreto legge perché va oltre le proprie competenze, invadendo le prerogative della Regione. Nel 2004 – precisa l’assessore regionale agli Affari istituzionali, Giuseppe Parroncinila Consulta ha stabilito che è la Regione l’unica istituzione competente in materia di elezioni regionali. Nel 2005 è stata varata una legge sulla presentazione e l’ammissibilità delle liste che oggi il governo ha impropriamente scavalcato con il decreto – aggiunge -. Un fatto gravissimo che lede i principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia, calpestando le regole con arroganza”.

Nel coro delle proteste si è inserita anche la voce di Emma Bonino che si è scontrata con quella di Alemanno. “Non c’è modo gi giocare con chi bara”, avrebbe detto la concorrente dell’opposizione, minacciando di ritirare la propria candidatura. “Non è una decisione che prendo da sola. Abbiamo convocato una grande assemblea martedì, però vorrei che tutti i cittadini si ponessero questo problema perché dobbiamo stare attenti se in tutta Italia si arriva a tali atti di arroganza”.Tutti gli esponenti del centrosinistra la invitano ad andare avanti. Ma quando anche il sindaco di Roma interviene, la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio si infiamma: “Sono allibita. Perché si occupa così tanto della campagna elettorale?”.

A far eco a tutta questione c’è anche il ministro dell’Interno, Roberto Maroni che dice: “L’Italia è il Paese dei ricorsi e controricorsi, che non si negano a nessuno. Il mio auspicio è che si decida in fretta e si chiuda nel minor tempo possibile questa vicenda, per evitare di dover rinviare le elezioni. Mi aspetto – ha aggiunto – che chi deve giudicare lo faccia rapidamente. Ricordo che il cosiddetto decreto ‘salva-liste’ non salva alcuna lista, perché la decisione spetta sempre ai giudici”.

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