Omicidio Fragalà, indagato un suo cliente

di Emma Zampella

Enzo_FragalàPALERMO. Vengono fuori i primi indagati per l’omicidio di Enzo Fragalà, il penalista palermitano ucciso a bastonate nei pressi del suo ufficio.

Il primo indagato è un ex cliente della vittima, un 50enne titolare di una profumeria alla periferia di Palermo. L’uomo era stato arrestato per detenzione illegale di armi e avrebbe accusato il suo legale di essere incapace nella sua difesa. Secondo testimonianze, Fragalà avrebbe assicurato al suo assistito una scarcerazione che non sarebbe arrivata, per cui per giunta sarebbe stata richiesta una parcella troppo esagerata. L’uomo si è già trovato un’alibi, comunicato agli inquirenti che lo hanno interrogato.

La certezza di una sua colpevolezza non è ancora arrivata anche perché la sua foto è stata mostrata ai testimoni oculari dell’omicidio, che non avrebbero riconosciuto l’uomo accusato. A corrispondere fino a questo momento sarebbe solo la corporatura massiccia che i testimoni hanno segnalato dell’omicida. A chiarire ogni dubbio ci sarà l’esame dei Ris sui vestiti dell’accusato per ricercare qualche traccia di saliva o di sangue della vittima. Ma questa è solo una delle cinque piste che gli inquirenti stanno seguendo. Tutte sono accomunate dalla vendetta che avrebbe potuto spingere alcuni clienti della vittima a commettere l’omicidio.

L’impegno professionale di Fragalà forse sarebbe risultato scomodo a molti dei suoi assistiti. Ultimo in ordine di tempo è quel caso che il penalista aveva seguito fino al giorno della sua aggressione: quella mattina si era trovato coinvolto in un’arringa tra le mura della Procura, per aver depositato la richiesta di quella ragazzina che si era costituita parte civile contro il padre che la avrebbe fatta prostituire nei salotti della Palermo per bene. I nomi degli indagati sono ancora al vaglio della Procura e si attendono maggiori accertamenti sulla vicenda.

Non esclude nemmeno la pista della possibile vendetta di esponenti della criminalità, dato l’impegno del legale nei processi per le faide di quartiere Cep di Palermo e Lercara. Ma la vendetta sarebbe potuta arrivare anche dalle file della mafia per la scelta di alcuni clienti di Fragalà di confessare di essere stati i prestanome di alcuni boss siciliani.

Ma tra le piste vagliate c’è anche quella che porta alla difesa di Giuseppe Castorina, l’imprenditore che stava svelando alla Procura i misteri della “sanitopoli palermitana”.

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Redazione
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