Omicidio Meredith non fu premeditato

di Angela Oliva

Amanda Konx, Raffaele Sollecito e Meredith KercherPERUGIA. Non c’è preterintenzionalità nell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.

Lo scrivono i giudici della Corte d’Assise di Perugia nelle motivazioni della sentenza di primo grado con la quale sono stati condannati Amanda Knox e Raffaele Sollecito rispettivamente a 26 e 25 anni. Precedentemente era stato processato con rito abbreviato anche Rudy Hermann Guede condannato a 30 anni di reclusione divenuti 16 poi in appello.

Nelle 427 pagine, i giudici parlano di “un quadro complessivo e unitario, senza vuoti e incongruenze che comporta come esito necessario e strettamente consequenziale l’attribuzione dei fatti reato ipotizzati a entrambi gli imputati, ma non un delitto premeditato”. Nelle motivazione firmate dal presidente della Corte Giancarlo Massei e dal giudice Beatrice Cristiani, si afferma inoltre che Amanda è stata condannata ad un anno in più di carcere per il reato di calunnia poiché “accusò liberamente Patrick Diya Lumumba di avere ucciso Meredith e l’accusò nella consapevolezza dell’innocenza dello stesso Lumumba”.

I tre condannati dal carcere si continuano a proclamare innocenti ed totalmente estranei alla vicenda ma non secondo i giudici che scrivono che “il movente fu di natura erotica sessuale violento che, originatosi dalla scelta del male operata da Rudi, trovò la collaborazione attiva di Amanda e Raffaele”. L’omicidio della giovane studentessa inglese, quindi, non era stato programmato ma nella deposizione dei magistrati perugini si parla di “contingenze meramente casuali che andarono a saldarsi, le une con le altre, creando una situazione che, nella combinazione dei vari fattori, resero possibile i delitti in danno di Meredith: Amanda e Raffaele che improvvisamente si trovano senza alcun impegno; incontrano casualmente Rudy Guede e si trovano insieme a questo nella casa di via della Pergola dove proprio quella sera, tra il primo e il 2 novembre del 2007, Meredith è sola. Anche il comportamento – si legge – posto in essere nei confronti di Meredith dopo le violenze e l’assassinio commessi è consistito nell’averne ricoperto il corpo senza vita evidenzia, oltre a un sentimento di pietà verso la vittima, il rifiuto e quindi una sorta di pentimento per quanto commesso: rifiuto e pentimento affidati a un tale gesto di pietà. Amanda e Raffaele – scrivono i giudici – parteciparono attivamente all’azione delittuosa di Rudy finalizzata a vincere la resistenza di Meredith, a soggiogare la volontà e consentire a Rudy di sfogare i propri impulsi lussuriosi. La prospettiva di aiutare Rudy nel proposito di soggiogare Meredith per abusarne sessualmente, poteva apparire come un eccitante particolare che, pur non previsto, andava sperimentato”.

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