ROMA. Non si calmano le acque per la questione delle liste.
Nel Lazio, infatti, cè stata una nuove esclusione che ha riguardato il listino collegato alla candidata del Pdl per la Regione Lazio Renata Polverini. Dopo la mancata ammissione della lista del Pdl alla provincia di Roma, l’ufficio elettorale della Corte d’Appello ha riscontrato anomalie anche per le liste regionali. Attualmente la Polverini non risulta più candidata poiché la legge elettorale prevede che il candidato presidente sia anche capolista del listino, se decade il listino decade la candidatura.
Sembra che alla base dellesclusione ci sia un problema legato ad unomessa firma di un rappresentante di lista e che la Corte dAppello di Roma non se ne sia accorta alla presentazione del listino. La diretta interessata non ha voluto commentare la notizia, mentre il Pdl ha precisato attraverso una nota che è solo un problema tecnico che sarà risolto entro 24 ore: Lufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello di Roma ha notificato al delegato del Pdl Lazio Vincenzo Piso una comunicazione in base alla quale chiede la produzione di chiarimenti in ordine alla delega in favore dello stesso Piso – spiega una nota -. Pertanto, in attesa di questi chiarimenti che saranno prodotti entro mercoledì mattina allo stesso ufficio centrale regionale, il listino resta sospeso. Si tratta di un mero chiarimento tecnico che non pregiudica affatto il mantenimento della lista regionale di Renata Polverini. Ogni altra illazione, anche relativamente a motivi diversi circa la sospensione della lista, è destituita di ogni fondamento. Oltre alla Polverino sono stati esclusi anche altri listini come : Lista Roberto Fiore presidente, il Movimento per Roma e per il Lazio presidente Baldi, la Lista Fiamma tricolore e Il popolo di Facebook.
Situazione analoga anche in Lombardia dove ad essere esclusa è stata la lista regionale Per la Lombardia di Roberto Formigoni a causa di 514 firme non valide. Il governatore ha presentato ricorso ed è in attesa delle decisione dellufficio centrale regionale della Corte dAppello di Milano: La legge è stata modificata a seguito di varie sentenze del Consiglio di Stato e del Tar – ha spiegato in mattinata il governatore – e quindi certi timbri e certi orpelli non sono affatto indispensabili a certificare la volontà degli elettori che hanno firmato la mia lista, e che è perfettamente chiara. Perché in questi casi è la volontà degli elettori che conta, è stata testimoniata da firme autentiche che sono state depositate secondo le modalità previste dalla legge. Quindi la situazione è estremamente chiara – ha concluso -, sono in gara e vincerò la gara.