Agguato di camorra sull’Appia: crivellato di colpi e bruciato

di Antonio Taglialatela

Salvatore RicciardiTEVEROLA.Il cadavere di un uomo, Salvatore Ricciardi, 30 anni, di Carinaro, è stato ritrovatocrivellato di colpi d’armada fuoco e semicarbonizzato in una zona di campagna lungo la via Appia, al confinetra Teverola e Santa Maria Capua Vetere, nel casertano.

Il giovane, arrestato lo scorso anno con l’accusa di estorsione, è ritenutolegatoalla fazione del clan dei casalesi,

Sul posto, una traversa sterrata dell’Appia, sono intervenuti i carabinieri del reparto territoriale di Aversa, allertati dalla telefonata di un agricoltore. Il corpo del trentenne era fuori dall’auto, con gli arti inferiori bruciati.

Dagli elementi raccolti finora,si tratterebbe di un agguato in pieno stile camorristico, compiutoper uno “sgarro” della vittima o per vendetta.Ricciardi sarebbe giunto sul luogo dell’agguato da solo, a bordo della sua vettura, probabilmente per un appuntamento con delle persone che conosceva bene e che gli hanno teso una trappola. Contro di lui sono stati esplosi almeno tre colpi di pistola, poi hanno cosparso l’auto di liquido infiammabile, bruciandola.Il cadavere èstato portato nell’Istituto di medicina legale dell’ospedale di Caserta per l’autopsia.

ESTORSIONI. Il 16 luglio del 2009, Ricciardi era stato arrestato, insieme ad altre persone (tra cui il suo concittadino Ciro Ruffo, divenuto collaboratore di giustizia e suicidatosi lo scorso dicembre nel carcere di Alessandria), con l’accusa diestorsioni continuate in relazione a due episodi. Il primo avvenuto a Carinaro, a danno di una ditta di Parete che stava eseguendo lavori di riqualificazione nel centro storico e che aveva già pagato la somma di 15mila euro a titolo di acconto. L’altro episodio a Trentola Ducenta dove il titolare di un bar, appartenente alla famiglia dello stesso imprenditore di Parete,stava per versare 3mila euro, come “prima rata”.
GEOGRAFIA CRIMINALE. Le investigazioni, condotte dai carabinieri del Norm di Aversa e della stazione di Parete, con attività tecniche e servizi di pedinamento ed osservazione, consentivano di documentare gli episodi criminosi a danno di imprenditori e commercianti e, inoltre, di delineare alcuni “nuovi”tratti della leadership geo-criminale. Infatti, alcune aree che erano state “conquistate”, durante il 2008, dall’ala-stragista di Giuseppe Setola (gruppo Bidognetti) sono rientrate nella storica sfera d’influenza criminale, ovvero quella ricollegabile in maniera più meno diretta alla fazione che fa riferimento al boss Francesco Schiavone, alias “Sandokan”, detenuto in carcere, e ai superlatitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine.
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