CASERTA. Il parlamentare del Pd Stefano Graziano ha incontrato il responsabile giustizia del partito, Andrea Orlando, per decidere lavvio di unindagine parlamentare che culminerà nella visita allOspedale psichiatrico giudiziario di Aversa e in una successiva richiesta di ispezione al ministro della Giustizia.
Ad interessarsi del caso anche il presidente della Commissione sugli errori in campo sanitario, Leoluca Orlando, dellItalia dei Valori, che ha richiesto una relazione da inviare allassessore competente non appena sarà insediata la nuova giunta della Regione Campania. Il caso nasce dalla denuncia del Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa nel suo ultimo rapporto sull’Italia, 84 pagine in tutto, reso pubblico dopo il consenso del Governo italiano.
Una situazione, quella di Aversa, definita incredibile da Marc Neve, componente del Comitato, e indicata come la più grave nel documento pubblicato. NellOspedale Psichiatrico Giudiziario normanno sarebbero stati negati alle persone con problemi psichiatrici detenute i più elementari diritti. I reclusi-pazienti che mostravano comportamenti aggressivi sarebbero stati immobilizzati anche per dieci giorni a un letto, per 24 ore su 24 rimasti legati mani e piedi e a livello del torace senza alcuna possibilità di muoversi, semi nudi, senza mai essere lavati, su un materasso di lattice con un’apertura centrale sotto la quale era posto un secchio per raccogliere urina e escrementi.
Un tempo chiamati ‘manicomi criminali’, gli ospedali psichiatri giudiziari(opg) sono strutture dipendenti dall’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia dove attualmente si trovano 1.535 detenuti (1.433 uomini e 102 donne) , contro una capienza regolamentare di 1.322 posti e un limite di tollerabile di 1684 L’internamento è una misura di sicurezza di tipo detentivo prevista dal nostro ordinamento giuridico. Se le condizioni dell’opg di Aversa (359 detenuti su 259 posti regolamentari e 306 tollerabili) hanno fatto gridare allo scandalo il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa, dai dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiornati al 31 marzo scorso emerge lo spaccato di una situazione unica in Italia rispetto agli altri paesi europei.
Su 1.535 detenuti che si trovano nei 6 opg funzionanti (Aversa, Napoli Sant’Eframo, Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino), la quasi totalità (1.305) non è composta da detenuti in attesa di giudizio né da condannati in via definita, bensì da internati. L’internato non deve scontare una pena relativa ad un reato commesso, ma si trova in un opg in ragione di una valutazione di pericolosità sociale da parte di un perito o di un esperto, comunque sempre su decisione del giudice.
Oltre ai 1535 in opg, altri 484 internati sono invece sparsi in case lavoro o case di custodia e cura perché soggetti a misure di sicurezza in quanto per lo più considerati delinquenti abituali o professionali. Il cosiddetto ‘doppio circuito’ degli internati è finito nel mirino delle associazioni di volontariato carcerario soprattutto dopo i due casi di suicidio di internati, in soli quattro mesi, nella casa lavoro di Sulmona.