CARINARO. Una riunione senza lavvio di processi che individuino uno sbocco per la sorte dei 109 lavoratori della Comifar di Carinaro.
Lazienda prende tempo fidando sullo svolgimento delle procedure che dovranno essere sottoscritte venerdì 30 aprile a Napoli presso il Servizio Politiche del Lavoro alla presenza della dottoressa Silvana Miele. In prefettura, alla presenza del dottor Michele Granata per lUfficio di Governo, la riunione del primo tavolo istituzionale fissato dopo la drammatica protesta dei lavoratori sui tetti del fabbricato Comifar nellarea industriale di Carinaro. Lazienda era rappresentata da Giorgio Nicolis e Andrea Rossi, i sindacati Cgil, Cisl e Uil da Benedetto Arricale, segretario della Filcams; Pietro Contemi, segretario della Fisascat e Alessandro Tartaglione, segretario della UilTuCS.
Lazienda dice Alessandro Tartaglione ribadisce la procedura di mobilità per 56 lavoratori su 109, asserendo la necessità di affrontare in tal modo la contrazione del mercato nel settore, pur nella possibilità degli ammortizzatori sociali proposti dai sindacati, che avanzano lipotesi della cassa integrazione in deroga o del contratto di solidarietà. Nel contempo spiega Tartaglione il Gruppo Comifar persiste nellintrecciare tale pretesa esigenza al mancato pagamento delle forniture sanitarie alle farmacie da parte della Regione Campania, evitando accuratamente di esporre con trasparenza le sue reali strategie imprenditoriali, a tuttoggi oscure e incomprensibili se solo commisurate alle notizie circa lacquisizione di fette di mercato in altre aree del Paese pur in assenza di un concreto piano industriale. Manteniamo lo stato di agitazione. dice Tartaglione La Comifar dovrà convincersi dellimpossibilità di mandare a casa oltre la metà della forza lavoro di unazienda che, localmente, detiene un primario ruolo nella distribuzione del farmaco. Ostinarsi in questo atteggiamento risulterà pregiudizievole per il percorso di conclusione di questa vertenza.
I sindacati rammentano che