CASERTA. Giuseppe Carlo Comes, candidato del Pd alle ultime provinciali nel collegio Caserta4, interviene sulla disfatta dei democratici alle elezioni degli scorsi 28 e 29 marzo.
Dopo la cocente sconfitta del Pd alle recenti elezioni si è aperto, per ora, purtroppo, solo sui giornali, un confronto che mette a nudo la gravità della situazione ma non ne affronta ancora seriamente le cause. Daltro canto, se a dibattere sono le persone che più di altre hanno responsabilità è piuttosto probabile che le cose dette risentano di un comprensibile, ma non condivisibile, giustificazionismo e in qualche caso di primi paludati tentativi di proporre cambiamenti che non cambino nulla.
Il Pd casertano, prima reso ancella dal populismo onnicomprensivo di De Franciscis e, poi, lasciato macerare nellinsalubre, melmosa lotta per accaparrare ad alcuni ben remunerati posti di sottogoverno, anche praticando un trasversalismo distruttivo dellunità e della dignità del partito, ha pagato la inesistenza di un progetto e la manovra assurta a politica. Dirigenti che non dirigono, amministratori che non amministrano, funzionari e gente che entra ed esce, senza alcun impegno e senza alcun rispetto, come da una porta girevole, hanno fatto il resto.
Troppi nel Pd casertano non si sono preoccupati dellorganizzazione, del radicamento e della capacità di far politica, mentre pochi, ma combattivi, si sono preoccupati, e come, di occupare tutto loccupabile, di dirigere tutto il dirigibile, spesso in totale dispregio delle competenze richieste e anche del generale interesse della comunità.
Il Pd è stato percepito in Terra di Lavoro assai poco preoccupato del suo quasi inesistente legame con la gente e molto attento alla odiosa manovra per accaparrarsi posti al sole. Pina Picierno ha ragione quando ribatte ai gattopardi di montagna che propongono ricambi generazionali ai vertici del partito, per lasciare intatte le pattuglie di occupanti le poltrone di sottogoverno. In questa fase è, forse meglio che a parlare siano coloro che, in nome di valori antichi, giovani o meno giovani, sono stati in questo partito ridotti al silenzio per troppo tempo.
La democrazia, come scrive Gustavo Zagrebelsky, non promette nulla a nessuno, ma richiede molto a tutti. La ricompensa sta nello stesso agire per realizzarla. Se siamo disillusi è perché ci siamo illusi sulla facilità del compito. Adesso al lavoro, in campo il popolo della carriole per eliminare le macerie e pronti a ricostruire con chi mostra di avere testa e cuore, amore per la propria gente e spirito di servizio. Il Pd sia affidato a portatori di valori non a portatori di interessi.