LONDRA.Si inaspriscono i rapporti tra GranBretagna e Vaticano in attesa della visita di Papa Benedetto XVI in programma dal 16 al 19 settembre.
Al centro della polemica unun documento interno del Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, inserito nel dossier sui preparativi per l’evento e intitolato “Ecco che cosa dovrebbe succedere in una visita ideale…”. Parte del dossier con il memo incriminato è finito al domenicale Sunday Telegraph, che nella sua edizione del 25 aprile ne pubblica lunghi stralci. Il memo indugia su proposte volutamente farsesche, come quando suggerisce di inserire nel programma “un duetto tra il papa e la regina Elisabetta”. Poi altre provocazioni: il Papa che dovrebbe “benedire un matrimonio gay”, inaugurare in un ospedale “un reparto per gli aborti” e lanciare un nuovo tipo di preservativo chiamato “Benedict”. A margine del memoriale l’autore ammette che certe idee sono forse “un tantino spinte”.
Il Sunday Telegraph ha informato preventivamente il Foreign Office e ha chiesto spiegazioni, oltre che reazioni. E la risposta è stata immediata: l’ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Francis Campbell, si è già incontrato con un alto funzionario vaticano per presentare le più sentite scuse del governo di Sua Maestà per quella che viene definita “un’esplosione di follia”. “È chiaramente un documento stupido, che non riflette le opinioni né del governo britannico né del Foreign Office”, ha detto un portavoce del ministero al domenicale britannico. Come osserva il Telegraph, il memo è una chiara provocazione tesa a ridicolizzare gli insegnamenti e le posizioni della Chiesa cattolica in materia di aborto, di contraccezione e di omosessualità.
Il documento contiene anche riferimenti alla recente ondata di scandali sui sacerdoti pedofili ed afferma, tra l’altro, che il Papa dovrebbe “assumere una posizione molto più dura sugli abusi ai minori, cacciare i vescovi sospetti e istituire un telefono amico per le vittime”. Il Foreign Office ha assicurato che il documento è stato cestinato prima che giungesse con il dossier all’attenzione di esponenti del governo.