GRICIGNANO. Lelemento che più ha caratterizzato lultima tornata elettorale delle provinciali, qui a Gricignano, è sicuramente la comunicazione, quella nuova, di internet.
Laffermazione dellarchitetto Andrea Aquilante, candidato di Alleanza per lItalia, ne è la testimonianza. Certo, il caseggiato, lapproccio fisico con gli elettori, con le famiglie, è sempreverde. Tuttavia, Aquilante in tutte le case vi è entrato lo stesso, forse più di ogni altro candidato, seppur virtualmente. Con i suoi interventi sul web ogni cittadino, ogni elettore, dai ragazzini agli anziani, ha saputo che lui era innanzitutto candidato alle provinciali, ha saputo quali erano i motivi della sua discesa in campo, quali erano le sue idee, le sue opinioni sullo scenario politico locale, condivisibili o meno.
Aquilante ha conquistato il cosiddetto voto di opinione, espresso da coloro che non badano alle false promesse, che non tollerano le solite prese per i fondelli; un voto che ruota tutto attorno alla sincerità del candidato.Personalmente, ritengo che la sua uscita più azzeccata sia stata lunica promessa fatta agli elettori: Vi dirò tutto, sarete informati di tutto, sarò il vostro voccapierto. In realtà, Aquilante, al di là delle elezioni, ha già rotto quellapatia che caratterizzava lo scenario politico, quel silenzio assordante che aveva abbassato il morale dellopinione pubblica, ormai annoiata e rinunciataria ad esprimere commenti. Ha informato i cittadini di ciò che accade a Gricignano, senza che vi fosse il bisogno di andare in piazza o al bar per conoscere i fatti della politica. Non intendo che le sue parole siano da considerare come Vangelo ma inducono sicuramente alla partecipazione, incuriosiscono e risvegliano l’interesse per la politica.
Parlavo prima dei ragazzi, che sono i principali fruitori del web, ma anche degli anziani. Tutti hanno partecipato a queste elezioni. Qualcuno dirà: Ma internet lo usano solo i ragazzini che ne sanno i papà, le mamme e i nonni?. Che ne sanno?! A Gricignano, e, come ho potuto verificare, anche nei paesi limitrofi, ormai un sito come Pupia, un canale come Youtube,un social network comeFacebook, stanno prendendo il posto non solo dei giornali ma anche della televisione. Coloro con qualche anno in più, o i giovani a cui è stato raccontato, ricorderanno come negli anni 60 la televisione si trovava in pochissime case o in qualche bar. Succedeva, quindi, che chi non la possedeva andava dal parente o dallamico a guardare i programmi: Carosello, Lascia o Raddoppia, film dellepoca. In quel modo tutti guardavano la tv, anche non avendola a casa. Quello fu il progresso. Oggi accade lo stesso con internet: famiglie, vicini, condomini e gruppi di amici che si riuniscono davanti al computer di chi, piccolo o grande, è linformatico di casa. Ho visto e sentito parlare di salotti serali davanti ad uno schermo, della comare che chiede alla commarella di fargli vedere ciò che si legge o che si può vedere ed ascoltare dentro quella televisione. E questi sono dati verificati, che si tratti di fatti di politica, di cronaca, di gossip o di altri argomenti.
Fatta questa riflessione tanto per smentire chi, rimasto ancora al tempo della canapa, sostiene che stu intennett è sul cos i guagliunciell passiamo ai voti riscossi da Aquilante. I suoi 450 consensi credo producano nella sostanza almeno altri due zeri da apporre subito dopo quella cifra. Iniziamo dal fatto che il nostro voccapierto era alla sua prima uscita politica, visto che non si era mai candidato, nemmeno alle comunali. Al suo fianco solo ed esclusivamente un ristretto gruppo di amici, niente di più. A questi amici se ne sono aggiunti tanti altri virtuali, attraverso internet. Chissà quanti, anche chi non lo ha votato o addirittura lo giudicava antipatico fino ad ora, guardando i suoi video avranno pensato,da casa o in ufficio, nel silenzio della loro intimità internettiana: Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno. Chissà quanti hanno deciso di votarlo, chissà quanti hanno deciso anche non votarlo e chissà quanti, pur appartenendo a schieramenti opposti, nellurna hanno tracciato la X accanto al suo nome ma senza farlo sapere. Qualche prigioniero che solo così, per diversi motivi personali, ha potuto sfogare la sua reale volontà.
Cè poi il dato prettamente politico. LApi di Aquilante, un partito nuovo, sconosciuto, che senza di lui avrebbe raccolto una percentuale vicina allo 0,00001, alle provinciali ha preso più voti del Partito Democratico (438) e del Popolo della Libertà (350), due forze politiche che partono già col vantaggio del simbolo (soprattutto il Pdl col fattore Berlusconi) e che, nel caso del Pd, a Gricignano hanno assessori e consiglieri comunali al proprio interno. Una rivincita di non poco conto quella di Aquilante sul Pd: larchitetto, ricorderemo, insieme a Carlo Buonanno, oggi coordinatore cittadino Api, nei mesi scorsi aveva lasciato la locale sezione dei democratici, definendola una gabbia di polli senza alcuna autonomia, nelle mani degli amministratori comunali. Proprio qualcuno dei polli, uno di quelli che, appunto, seppur pollo, si crede politico di alto livello, aveva irriso Aquilante e Buonanno, commentando: Tanto che fanno da soli quelli sanno solo scherzare sono solo dei piazzisti la politica è una cosa seria. Oggi viene da dire a quel pollo in gabbia: Tu eri e resti un pollo che ha mangiato la polvere del sorpasso dei piazzisti.
E passiamo, adesso, ai due più votati della competizione provinciale. Il vicesindaco Giacomo Di Ronza, sostenuto praticamente da tutta lamministrazione comunale in carica, ha sfiorato i 1300 voti, attestandosi di pochissimo dietro allex sindaco Andrea Moretti (1335). Nessuno è stato eletto alla provincia ma ritengo che per Moretti vi sia poco da lamentarsi: ha conseguito un ottimo risultato pur non essendo ai vertici della politica locale da dieci anni, gli ultimi passati tra i banchi dellopposizione. Certo, sarà attapirato per il venir meno dellimpegno di qualche traditore, ma non ha nulla da rimproverarsi. Tra laltro è stato lunico a concedere una video-intervista a Pupia, rispetto ad altri che hanno preferito il silenzio, forse perché avevano poco o niente da dire. Per quanto riguarda Di Ronza, è chiaro, avrebbe dovuto prendere molti più consensi. Ma la colpa non credo sia del vicesindaco. La sua, a differenza degli avversari, era una candidatura di squadra: lapporto suo personale e del partito è visibile, a penalizzarlo è stata la mancata spinta della maggioranza o perché non si è impegnata troppo oppure perché i singoli amministratori non sono riusciti a convincere i propri elettori a trasferire i rispettivi consensi sul vicesindaco. Senza contare che nel resto dei collegi casertani si è trovato dinanzi a percentuali bulgare conseguite da altri candidati del suo partito.
Ora lattenzione è tutta concentrata sulle comunali del prossimo anno. E qui i giochi sono completamente aperti il tempo di mangiarsi la colomba pasquale che si comincia