Era uno dei volti più noti del giornalismo sportivo. Maurizio Mosca è morto nella notte nell’ospedale San Matteo di Pavia.
A giugno avrebbe compiuto 70 anni. Da tempo malato, aveva lavorato fino all’ultimo in tv, in radio e sui giornali. Il suo ultimo articolo è di ieri mattina sul suo blog. (una presa di posizione e favore di Balotelli dopo le recenti polemiche tra il giocatore, l’Inter e Mourinho). Negli ultimi anni Mosca ha fatto parte dello staff della trasmissione ‘Guida al campionato’. Celebri le sue “bombe di mercato” e il “pendolino”.
Conduttore, opinionista, ma soprattutto personaggio televisivo, Maurizio Mosca nasce a Roma il 24 giugno 1940. Figlio di Giovanni Mosca, umorista e giornalista, e fratello dello scrittore Paolo Mosca, comincia la sua carriera lavorando per il quotidiano La Notte di Milano. In seguito diventa caporedattore alla Gazzetta dello Sport, testata per cui lavorerà oltre venti anni. Le prime esperienze televisive risalgono al 1979: debutta come conduttore di un programma sportivo di un’emittente locale milanese. Successivamente dirige il periodico ‘Supergol’. Le trasmissioni televisive e radiofoniche a cui Maurizio Mosca viene invitato diventano poi sempre più numerose, sia a livello locale che nazionale. Il programma che lo consacra definitivamente come un personaggio tv è L’appello del martedì (1991), che Mosca conduce indossando una toga da giudice in uno studio le cui scenografie ricalcano un’aula di tribunale. Poi seguiranno Calciomania, Guida al campionato, Controcampo, Zitti e Mosca, La Mosca al naso e Il processo del lunedì assieme ad Aldo Biscardi. Nel 2002 conduce insieme a Paolo Liguori la trasmissione Senza Rete, in onda su Rete4. Nel 2004/2005 è ospite opinionista fisso di Guida al campionato e Controcampo, trasmissioni di Italia 1 in cui Mosca mette in gioco tutta la sua carica di ironia, esprimendosi come opinionista ed esperto di mercato, azzardando colpi clamorosi che chiama simpaticamente ‘bombe’.