ROMA. Il sindaco di Civitavecchia, Giovanni Moscherini, ha disposto la chiusura della centrale di Torrevaldaliga Nord, dove sabato scorso si è verificato l’incidente che ha provocato la morte del 34enne Sergio Capitani.
Intanto, sono dieci i nomi iscritti nel registro degli indagati nell’ambito delle indagini sull’incidente: tra questi sette dirigenti dell’Enel e tre delle ditte Guerrucci e Chiodi.
Il provvedimento del sindaco, che arriva nel giorno dello sciopero dei lavoratori per commemorare il collega morto,è condiviso dal sindaco di Tarquinia e dalla Provincia di Viterbo insieme ai rappresentanti della Provincia di Roma che hanno partecipato allincontro di martedì.L’impianto sarà chiusoper il tempo necessario alle verifiche, che il sindaco ha definito “a freddo”: i controlli che saranno fatti mentre la centrale non è in funzione. Lo stabilimento sarà poi riaperto con decisione che spetterà anche allInail e allAsl quando i tecnici istituzionali “avranno finito il loro lavoro e avranno tutto il tempo per farlo”. Successivamente, ha spiegato il sindaco,partirà una seconda fase “a caldo” con riattivazione della produzione. Da mercoledì, inoltre partiranno tutte le procedure necessarie per venire incontro ai lavoratori, tra cui anche la cassa integrazione, che saranno predisposte con accordo sindacale. “Qualora lindagine dovesse accertare una responsabilità diretta di Enel – ha aggiunto Moscherini – il Comune, insieme al Comune di Tarquinia, ha deciso di costituirsi parte civile”.
Per giovedì è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima che dovrebbe aiutare a chiarire la dinamica dell’accaduto sulle cui cause è in corso l’indagine disposta dalla Procura di Civitavecchia e condotta dai carabinieri. Per quanto riguarda gli altri tre operai rimasti feriti, per fortuna in maniera non grave ma che comunque hanno riportato lievi ustioni, uno è stato dimesso dall’ospedale martedì, gli altri due torneranno a casa a breve. Nei giorni di ricovero i tre uomini sono stati costantemente assistiti dai familiari che, insieme ai medici, li hanno aiutati a superare le conseguenze psicologiche dell’incidente e della morte del loro giovane collega.
Anchel’Enel ha avviato un’indagine interna. Per la società l’incidente “non è stato causato dallo scoppio di una tubazione” ma “da una fuoriuscita di acqua e ammoniaca. Il flusso è uscito da un tubo aperto da entrambi i lati sul quale la squadra di tecnici stava intervenendo per rimuovere una ostruzione”. Gli inquirenti, infatti, avrebbero escluso qualsiasi esplosione della condotta di portata dell’ammoniaca. La ricostruzione della dinamica dell’incidente costato la vita a Capitani, dipendente della ditta Guerrucci, ribadisce che si sarebbe verificata un’apertura improvvisa della tubazione che ha prodotto la fuoriuscita con violenta pressione l’ammoniaca mista ad acqua. Il getto ha colpito direttamente la vittima togliendogli, per la potenza, le protezioni da dosso (la maschera tipo maschera anti-gas) e scaraventandola addosso ad un palo sul quale ha battuto la testa. Scartata, dunque, l’ipotesi di uno scoppio: l’incidente sarebbe legato al cedimento di una giuntura della tubazione che sembra fosse parzialmente otturata.