ROMA. Il leader dellIdv Antonio Di Pietro stravolge le nuove norme decise dalla maggioranza parlamentare in merito alle intercettazioni telefoniche.
Il ddl presentato dal Governo, che attualmente è al vaglio della commissione giustizia al Senati, ha deciso che lutilizzo delle intercettazione deve essere motivato da gravi indizi di reato e deve essere assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini. Lemendamento non è affatto piaciuto a Di Pietro che, per aggirare lostacolo, ha messo a punto una strategia insieme al suo partito definita come disobbedienza civile con la quale i parlamentari dellIdv hanno deciso di leggere le intercettazioni nelle aule di Camera e Senato.
Le nuove restrizioni afferma Di Pietro – servono soltanto ai criminali e così, ogni volta che ci sarà unintercettazione che è stata regolarmente depositata, si alzerà un parlamentare dellIdv e la leggerà ad alta voce in aula e così i giornalisti dovranno riferire non più di intercettazioni, ma di resoconti parlamentari. Visto che è reato anche registrare se stessi, vorrei dare un consiglio ai giornalisti: buttate via tutti i registratori, perché dora in poi rischiate fino a quattro anni.
Di fronte al ddl presentato dal Governo in merito alle intercettazioni è insorto anche lOrdine dei Giornalisti: Gli emendamenti presentati dal governo al ddl sulle intercettazioni ha dichiarato il presidente Lorenzo Del Boca –rappresentano una vera e propria norma restrittiva di un diritto costituzionale e ledono il diritto dei cittadini allinformazione. E sufficiente lautoregolamentazione dei giornalisti mentre il ddl rischia di far fare troppi passi indietro ai giornalisti e alla libertà di stampa che rappresentano.
Contrario anche il sindacato delle toghe che ribadisce la sua contrarietà alle nuove norme: Il ddl si legge in un documento diffuso dallAnm – rischia di vanificare, soprattutto per i reati di mafia e di criminalità organizzata, la possibilità di utilizzare un fondamentale e insostituibile strumento dindagine. Pur accogliendo in parte alcune osservazioni formulate dallAnm, non modificano gli insuperabili aspetti di criticità dellimpianto complessivo della riforma.