Lombardo: “Era pronto un piano per uccidermi”

di Redazione

Raffaele LombardoPALERMO. “Volevamo togliermi di mezzo politicamente e, nell’eventualità, anche fisicamente”. Lo afferma il governatore Raffaele Lombardo, commentando la fuga di notizie sull’inchiesta della procura di Catania che lo vede indagato per concorsoesterno in associazione mafiosa.

“Il 9 dicembre – ha detto Lombardo – dissi in Consiglio regionale che subivo uno stillicidio di insulti ispirato da un tavolo trasversale ai partiti in cui si è progettato di far cadere il governo e la legislatura con mezzi politici, se fosse bastato, con mezzi mediatico-giudiziari, qualora non fosse bastato il primo metodo, o anche fisicamente se non fossero bastati i primi due piani”.

Lombardo ha riferito di non aver mai ricevuto finora un avviso di garanzia e di non aver mai incontrato i boss della cosca Santapaola. “Può apparire incredibile – commenta il governatore – che per una vicenda giudiziaria che investe il presidente della Regione e che mette a repentaglio la sopravvivenza del governo che presiedo e dell’Ars, chi vi parla non abbia ad oggi ricevuto neppure un avviso di garanzia. Nessuno, tra amici o parenti, mi ha proposto di intervenire per appalti a favore di chicchessia, mafiosi o limpidissimi imprenditori. Questa legislatura deve andare avanti per continuare questo difficile percorso, nonostante le pressioni, le previsioni sinistre riportate in alcune conversazioni e pronunciate dai suoi riferimenti politici. E credo che non basti neppure questa legislatura, bisogna continuare anche nella prossima, certo con nuovi Presidenti”.

Il governatore sottolinea che il suo governo”ha assestato i colpi più micidiali che siano stati mai assestati a Cosa Nostra”, rivendicando anche l’azione di rigorenel settore della sanità e dei rifiuti, che ha portato a sensibili risparmi, e ha parlato “di un clima diverso fatto di valori diversi, non di favori e raccomandazioni”.

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