Milano, tessera sanitaria scaduta: muore bimba nigeriana

di Redazione

 MILANO. A causa della recente disoccupazione non aveva potuto rinnovare la tessera sanitaria della sua figlia di 13 mesi. Ciò ha determinato fatali ritardi nelle cure al Pronto Soccorso dell’ospedale “Uboldo di Cernusco sul Naviglio”, in provincia di Milano, dove la bimba è morta.

I medici avrebberorifiutato le cure fino all’intervento dei carabinieri.La storia viene raccontata da Repubblica e risale allo scorso 3 marzo. La piccola Rachel era giunta in ospedale intorno all’una di notte, in preda a violenti attacchi di vomito. Tuttavia, i medici la ritenevano in buone condizioni, prescrivevano ai familiari dei medicinali e la dimettevano in cinque minuti. Dopo un’ora il padreTommy Odiase tornava al Pronto soccorso con la figlia in braccio, che stava sempre più male, chiedendo che qualcuno la curasse. Il personale, però, riferiva che la bimba aveva la tessera sanitaria scaduta.

Il nigeriano ha un permesso di soggiorno da residente da rinnovare ogni sei mesi ma che scade in caso di disoccupazione. Lui era stato licenziato nelle settimane precedenti e per ottenere il rinnovo della tessera sanitaria propria e delle figlie (Rachel e la più grande di due anni e mezzo), doveva presentare una serie di documenti. Intanto, però, sua figlia stava male e non poteva attendere la burocrazia.

A quel punto l’ex operaio iniziava ad urlare e intervenivano i carabinieri, grazie al cui intervento la bimba veniva ricoverata in pediatria.I genitori però raccontano che dalle tre di notte, orario di ricovero, fino alle otto del mattino nessuno la visitava o le somministrava flebo. Le condizioni di Rachel peggioravano il giorno seguente, fino alle 5.30 del mattino, quando il suo cuore si fermava.

Il padre dice: “Se fosse stata italiana questo non sarebbe successo”. Domenica si è svolta una manifestazione di protesta a Carugate, nell’hinterland del capoluogo lombardo, dove vive la famiglia.I genitori hanno presentato denuncia per omicidio colposo a carico dei medici e dell’ospedale.

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