WASHINGTON. Fa di testa sua e aspetta per quaranta minuti la propria auto sul marciapiede del Washington Convention Center.
Ci ha abituati alle sue gag e non riesce a smettere.Questa èsolo lultima,in ordine di tempo,che caratterizza la vita politica, in Italia e all’estero,del premier italiano Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere ha partecipato, insieme ad altri 46 capi di Stato e di Governo, alla cena organizzata da Barack Obama in seguito al vertice sulla sicurezza nucleare. Il piccolo disguido che ha fatto innervosire il presidente del Consiglio è stato il ritardo impiegato dalle macchine del servizio segreto americano dedicate alla delegazione italiana, arrivate parecchi minuti dopo luscita dellintera compagine dal summit.
Così Berlusconi, indispettito per non essere stato prontamente accompagnato nel suo albergo, il Williard Hotel, dice: Vado a piedi. Ma non si è reso conto che il suo albergo distava circa sette – otto isolati dal Convention Center. Pur apprezzando la buona volontà del premier di voler mantenere la linea e smaltire ciò che aveva mangiato a cena, il servizio americano dice no.
Quindi la delegazione italiana, Cavaliere compreso, si è dovuta armare di santa pazienza e aspettareche la macchina arrivasse assieme al resto della scorta.