Catena (Speranza Provinciale) commenta il risultato elettorale

di Redazione

Giorgio CatenaSANT’ARPINO. “Mi sono preso alcuni giorni per riflettere a mente fredda sulla tornata elettorale che ci siamo appena lasciati alle spalle e sulla campagna elettorale che l’ha preceduta”.

Così Giorgio Catena, candidato di “Speranza Provinciale” alle ultime provinciali nel collegio Orta-S.Arpino. “È stata un’esperienza spesso esaltante, a volte invece profondamente faticosa. Quando ho aderito al progetto di Speranza Provinciale ero consapevole che la strada che avevamo di fronte sarebbe stata in salita e che il nostro cammino sarebbe stato colmo di insidie e di ostacoli, ma sentivo dalla nostra parte la forza di cittadini liberi che accettano la responsabilità di spargere semi di speranza senza preoccuparsi ossessivamente del raccolto.

Fedele a questo spirito ho cercato di impostare la mia campagna elettorale su messaggi chiari, su temi concreti e sul confronto diretto con tutte quelle donne e quegli uomini che siamo riusciti a raggiungere. A molto di essi devo dire grazie, perché mi hanno permesso di conoscere le loro storie, le loro aspettative, la loro visione della politica e dell’impegno civile, e ogni occasione di confronto è stata per me occasione di arricchimento personale. Già questo ritengo abbia ripagato lo sforzo profuso in questo mese di lavoro intenso ed appassionato. Anche quando le mie parole e le mie azioni sono state confuse per attacchi strumentali che non appartengono al mio modo di agire, ho cercato di riportare la discussione sui fatti e non sulle polemiche sterili.

Ritengo oggi più che mai necessario superare la cultura della delegittimazione reciproca a colpi di volantini e/o comunicati stampa, e il primo passo a mio avviso è rendersi conto che le critiche all’azione politica e/o amministrativa non corrispondono necessariamente ad un attacco personale a cui rispondere con risentimento cercando solo di screditare chi fa domande scomode. Questa insana dialettica sta da troppo tempo mortificando la coscienza civile e politica della nostra comunità santarpinese e secondo me logora profondamente la credibilità di chi ne fa uso. Per questo motivo ho cercato di fare mie le parole di Qohelet quando afferma che ‘Le parole pacate dei sapienti si ascoltano meglio delle urla di un comandante di folli’.

Con questo spirito mi sono impegnato a spiegare in ogni sede, dalle occasioni pubbliche di confronto alle chiacchierate al bar con gli amici, quali fossero le motivazioni della mia candidatura e il programma del movimento a cui ho aderito. Motivazioni e programma che ci chiamano ora a dare ulteriore slancio al nostro progetto politico, che a partire dagli oltre 11mila consensi a livello provinciale deve impegnarsi ora nel radicamento sul territorio e nella programmazione a medio e lungo periodo. Per le prossime settimane abbiamo già messo in cantiere delle assemblee per analizzare il lavoro svolto finora e condividere le prossime azioni.

Per quanto riguarda l’agro atellano, ritengo fondamentale proporre delle iniziative di formazione politica e promozione della trasparenza dell’attività amministrativa. Sono convinto che la crescita in tutte le fasce di popolazione di una forte coscienza civile e della consapevolezza dei processi decisionali in capo alle amministrazioni locali (e dell’impatto che queste decisioni hanno nella vita quotidiana) rappresenti un presupposto all’affermazione di forme di cittadinanza attiva che possano diventare una forza propulsiva importante verso il progresso sociale delle nostre martoriate terre. Io penso infatti che chi accetta di impegnarsi nelle politica vera, prima di preoccuparsi di come vincere le elezioni debba preoccuparsi di qual è il livello di cultura politica e civile dei cittadini che si propone di governare. Solo in questo modo si possono dare risposte oneste e sostenibili alle legittime esigenze dei cittadini (soprattutto in termini occupazionali) e ricevere da loro il consenso sulla base di proposte e non di promesse.

Proprio verso tutti quei cittadini (e so che sono tanti) che hanno visto deluse le proprie aspettative e non mantenute le promesse fatte da chi gli ha chiesto fiducia credo sia necessario rivolgersi per riscattare la credibilità della politica, e a tal proposito vorrei ricordare a questi le parole di Don Milani: ‘Non è più tempo delle elemosine, ma delle scelte’. Infine, voglio rivolgere ai consiglieri eletti Brancaccio e Di Santo i miei più sinceri auguri affinché sappiano difendere e promuovere nel migliore dei modi gli interessi della collettività che sono stati chiamati a rappresentare”.

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