CASERTA. Domenico Zinzi si è dimesso. Il presidente della provincia lo ha comunicato subito dopo l’inizio della seduta del Consiglio provinciale di stamani.
La decisione scaturisce dal mancato accordo sulla designazione degli assessori della nuova giunta. Ora Zinziha venti giorni di tempo per trovare un’intesa con gli alleati, pena lo scioglimento. Una situazione,frutto delle lotte di potere interne alla coalizione di centrodestra,che ricorda quella creatasi nel 2005, quando l’allora neo presidente del centrosinistra,Sandro De Franciscis, rassegnò le dimissioni in occasione della prima seduta, sempre per mancato accordo sulla giunta; poi, nei giorni successivi, giunsero le nomine e De Franciscis fece marcia indietro, vivendo comunque un’esperienza amministrativa travagliata. Un destino che orasembra dover affrontare anche Zinzi.
Mercoledì sera, alla vigilia della seduta del Consiglio provinciale, si erano susseguiti incontri tra il presidente e i vertici provinciali dei partiti del centrodestra. Il principale nodo da sciogliereera quello riguardante la designazione del sindaco di Aversa Domenico Ciaramella, sostenuta dal coordinatore provinciale del Pdl Pasquale Giuliano. Tra i papabili anche un altro sindaco del Pdl: Giorgio Magliocca di Pignataro Maggiore, sponsorizzato dal vice coordinatore provinciale Gennaro Coronella e dal consigliere regionale Angelo Polverino. Ma Zinzi, coerentemente con la posizione assunta nei giorni scorsi, ha tenuto duro, dichiarandosinon intenzionato a nominare sindaci nellesecutivo. Divergenze sono sorte anche con il Nuovo Psi che, nel caso di mancata rappresentanza in giunta, potrebbe decidere, insieme ad altri cespugli (Mpa e Noi Sud), di optare per lappoggio esterno.
CENTRODESTRA: “SEMPRE DISPONIBILI A DISCUTERE”. I consiglieri provinciali del gruppo Pdl, Udeur, Nuovo Psi, Mpa, Noi Sud e Adc, nel prendere atto delle dimissioni del presidente della Provincia, Domenico Zinzi, esprimono viva preoccupazione per la conseguente paralisi amministrativa e istituzionale. Il disagio e lamarezza continuano i partiti del centrodestra sono i sentimenti che albergano in noi perché, dopo aver assecondato tutte le richieste del presidente, compresa lesclusione dei sindaci dalla Giunta, non ci aspettavamo un gesto così estremo. Anzi, eravamo fiduciosi e pronti a sostenere qualsiasi Giunta che il presidente avesse comunicato al Consiglio. Amarezza, da parte dei consiglieri, anche perché, sottolineano, si corre il rischio che i gravi problemi e le criticità presenti sul territorio possano aggravarsi. Problemi che sono la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, della depurazione delle acque, dellenergia, delle infrastrutture, del risanamento ambientale ed in particolare del litorale domizio, dellagricoltura, della lotta alla disoccupazione, del contrasto alla malavita organizzata, dellammodernamento delle strade e degli Istituti scolastici, sono problematiche che può affrontare e risolvere solo una classe dirigente unita e determinata. Se poi le dimissioni del presidente Zinzi preludono ad una ripresa del dialogo su condizioni meno rigide, allora le forze del centrodestra si dicono disponibili a discutere su proposte concrete e ragionevoli.
PD: “PER ZINZI KO TECNICO”. Era un finale già scritto: Nicola Cosentino colpisce ancora e mette al tappeto Domenico Zinzi dopo cinquanta giorni di logoramento sul ring. Così Enzo Amendola, segretario regionale del Pd Campania, dopo le dimissioni di Zinzi a 50 giorni dalle elezioni. Cosentino ha prima gestito la composizione della Giunta regionale, dettata a Stefano Caldoro, e poiè tornato nella ‘sua’ Caserta per mettere in ginocchio un presidente a lui non gradito: i risultati si vedono, spiega Amendola. Il centrodestraè allo sfascio più totale. continua il segretario campano dei democratici E arrivato il momento che vadano a casa, perché questaè la prova dellinconsistenza della classe dirigente locale incapace di governare. Dopo lamministrazione comunale di Pozzuoli, caduta per il ‘fuoco amico’, ecco lennesimo esempio di ‘governo del fare’. Labbiamo sempre detto: tra Pdl e Udc non cerano accordi programmatici, ma solo lo scambio di poltrone e di potere. Ora Cosentino sarà contento: siè sempre opposto alla candidatura dellesponente Udc tanto da dimettersi, prima delle elezioni, dagli incarichi di partito e di Governo, conclude Amendola.