NAPOLI. Si è concluso con 46 condanne il processo a esponenti del clan Amato-Pagano, una delle cosche protagoniste della faida di Scampia alla quale sono riconducibili numerosi omicidi avvenuti negli anni scorsi nell’hinterland settentrionale di Napoli.
La sentenza è stata emessa oggi, al termine di un processo con rito abbreviato, dal gup Francesco Chiaromonte che ha accolto le richieste del pm della Dda di Napoli Stefania Castaldi. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione camorristica, traffico internazionale di stupefacenti, detenzione di armi e riciclaggio.
Venti anni di reclusione sono stati inflitti al boss Raffaele Amato, uno dei capi del gruppo degli Scissionisti, catturato nei pressi di Malaga, in Spagna, il 16 maggio dello scorso anno. Il giudice ha anche disposto la confisca di beni (società, conti correnti, terreni, esercizi commerciali dislocati in Italia, ma anche in Spagna e nel Principato di Monaco, questi ultimi in base alla convenzione di Strasburgo del 1990) per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.
Il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore ha evidenziato “il risultato rappresentato dalla condanna di oggi in termini di giustizia coniugata ad efficienza che viene data in questo nostro territorio in un momento in cui il contrasto alla criminalità richiede risposte ferme, rapide ed attente ai patrimoni illeciti che inquinano non solo l’economia italiana ma, come dimostrato, anche quella di altri paesi euripei”. La procura è ricorsa al giudizio immediato come consentito dalla normativa del cosiddetto Pacchetto sicurezza.