NAPOLI. Hanno manifestato per circa tre ore tutti gli operatori della cantieristica navale napoletana, mandando in tilt il traffico cittadino.
La manifestazione si è svolta in piazzale Pisacane, sotto la sede dell’Autorità portuale e ha provocato forti rallentamenti lungo tutta via Marina, in direzione Sud, fino all’imbocco autostradale di San Giovanni a Teduccio. Traffico ingorgato anche lungo Corso Umberto, da piazza Borsa fino a piazza Garibaldi. Solo verso le 12 la situazione è tornata verso la normalità poiché i manifestanti sono stati chiamati per un incontro in Prefettura ed hanno spostato i muletti e i furgoni utilizzati per bloccare gli accessi.
In piazza sono scesi i lavoratori dei cantieri del Mediterraneo che hanno protestato contro il presidente Luciano Dassatti che avrebbe ridotto gli spazi per la cantieristica ad appannaggio delle attività legate alla crocieristica e ai trasporti containers: Dassatti è un presidente si legge in un volantino – che non solo le regole non le rispetta, ma le riscrive su ordine degli amici. In questo modo calpesta la dignità del lavoro nel porto e dei lavoratori compromettendo il futuro delle imprese che stanno investendo nel porto di Napoli ma che non sono gradite a lui e ai suoi amici.
Inoltre i lavoratori hanno manifestato anche contro il nuovo regolamento dellente portuale per laccesso ai bacini di carenaggio della cantieri del Mediterraneo: Un regolamento sostengono i manifestanti – che porta la data del 27 aprile scorso e che è stato inviato a tutte le aziende del comparto soltanto ieri, nonostante ci sia stato la scorsa settimana il comitato portuale. In quella sede il problema è stato affrontato in modo molto marginale.
Lesito delle trattative con il Prefetto saranno rese note nella conferenza stampa indetta per mercoledì alle ore 11.30, ma i sindacati assicurano: Se l’incontro si dovesse concludere con un nulla di fatto torneremo in piazza. Siamo determinati a difendere il posto di lavoro delle persone impiegate nell’indotto portuale, settore che potrebbe essere messo in crisi da una norma che così com’è, ci penalizza fortemente.