SANTANTIMO (Napoli). Io speriamo che me la cavo è il titolo di un celebre film napoletano, diretto dalla regista Lina Wertmuller, che racconta la storia di un maestro genovese, Marco Tullio Sperelli, …
… che si trova erroneamente ad insegnare in una classe di bambini di terza elementare in un paese del Sud, Corzano, dove regna il lavoro minorile, la micro delinquenza e povertà, tutti problemi sociali esistenti nel Mezzogiorno. La fine del film è commovente per laffetto che gli alunni tributano al maestro per il suo ritorno a casa ed uno di loro, Raffaele Aiello (Ciro Esposito), gli dedica una storia, con riflessioni personali sul mondo ed in cui lui spera di potersela cavare ed uscire dalle diverse problematiche giovanili.
E il messaggio che dopo 18 anni dalluscita del film rivolgono ancora due personaggi, gli attori Mario Bianco, nel film Nicolino, famoso per la sua richiesta di briosche, e di Luigi LAstorina, nel film Totò, noto per il suo linguaggio spinto e colorito, indossava la classica coppola nera. Sono stati ospiti di tre giovani ragazzi, impegnati in iniziative culturali, ricordando i grandi personaggi del mondo teatrale e cinematografico napoletano. Giuseppe Nappa, Antonino Fiorino e Giovanni Frippa, cantante napoletano, sono cultori della bella e vera arte napoletana, collaborano presso lAssociazione culturale Napule è di Maurizio Barbieri, organizzatore ed attore.
Bianco e LAstorina sono stati intervistati da Giuseppe Nappa e hanno raccontato la loro esperienza durante le prove e le scene del film con Paolo Villaggio, i retroscena, le varie curiosità, tra simpatia ed umiltà, ricordando anche le varie battute. Sono stati impegnati anche in varie fiction come La squadra e film come Cucciolo, I no spik inglish e tanti altri, non si sono mai fermati e coltivano ancora il loro passato e il loro obiettivo di girare ancora film come hanno fatto da piccoli, incontrando sul set attori affermati. Infine, hanno insistito molto a far riflettere sulla difficile situazione dei giovani in generale, ma in particolare dei napoletani, che devono studiare per poter arrivare a qualcosa di importante come hanno fatto loro e non dedicandosi ad attività illecite e vergognose, che vanno contro la società e contro se stessi.
Io speriamo che me la cavo è il messaggio a circuito circolare, è il punto di partenza e il punto di arrivo, linvito a godersi la vita, sia nel dovere che nel piacere, nel rispetto degli altri e nellautostima, attraverso la testimonianza dei due attori.