AVELLINO. Le mani della camorra e della mafia vanno sempre dove ci sono i soldi. Anche nel caso del Superenalotto.
Esponenti del clan Cava-Genovese erano riusciti infatti a individuare molti dei trenta fortunati vincitori che, giocando in società un sistema, il 17 gennaio 2008 avevano centrato un 6 da 33 milioni di euro a Ospedaletto d’Alpinolo, in provincia di Avellino. Da ognuno dei vincitori, in maggioranza operai e artigiani, pretendevano con minacce e intimidazioni parte della vincita per finanziare il clan e sostenere gli affiliati finiti in carcere e le loro famiglie. Cinque gli arresti a conclusione di indagini durate un anno e mezzo.
Le ordinanze di custodia cautelare riguardano esponenti di spicco del clan attivo nel Vallo di Lauro, nella zona del Partenio e nell’hinterland avellinese. In carcere è finito anche Marco Antonio Genovese, figlio del boss attualmente detenuto Modestino, accusato anche di minacce nei confronti di un imprenditore della zona che non aveva voluto assumere nella sua azienda un giovane segnalato dal clan.